“Il cda dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze abbia il coraggio di spiegarlo alle tante associazioni di volontariato e di assistenza che con grande fatica costruiscono quotidianamente solidarietà e cultura sul territorio. Difenda la scelta di stornare dal bilancio della Fondazione ben 10 milioni sul Fondo Algebris di Davide Serra acquisendo i pericolosi Co Co Bond quando solo lo scorso 5 novembre ha deciso di ridurre i contributi destinati alla società civile fiorentina a soli 23 milioni per il 2013.
perUnaltracittà denuncia il conflitto di interessi tra una istituzione in cui siedono rappresentanti del Comune nominati dal Sindaco e operazioni finanziarie di un broker, novello acquisto della compagine che lo sostiene elettoralmente. L’acquisto dei Co Co Bond del finanziere amico e sostenitore di Matteo Renzi – rivelato dal Fatto Quotidiano – rappresenta un doppio vulnus per la Fondazione della maggiore banca della città.
Il primo perché si è deciso di nutrire quella stessa finanza speculativa che oggi ulteriormente potenziato le politiche liberiste, ha devastato l’economia degli Stati, causato la riduzione dei posti di lavoro, impoverito le popolazioni, favorito le assurde politiche di austerità dei governi ispirate proprio dai “mercati finanziari” e infine minato la coesione sociale anche sul nostro territorio quando per statuto l’Ente Cassa ‘persegue esclusivamente scopi di utilità sociale’.
Il secondo perché si riconosce nella scelta dell’Ente di investire 10 milioni nei Co Co Bond di Davide Serra, una scelta di stretta osservanza renziana. Il sindaco di Firenze ha infatti il diritto di nominare un rappresentante del Comune, Bruno Cavini, nel Comitato di indirizzo della Fondazione e poi lo stesso Comitato elegge nel Consiglio di amministrazione Marco Carrai, uomo di Renzi per eccellenza, che oggi sulla stampa rivendica la scelta a favore del fondo Algebris con una dichiarazione stupefacente quando afferma che ‘a fronte di un rendimento dell’11 per cento, il rischio per la Fondazione è pari a zero’. Dichiarazione contro ogni logica, visto che è chiaro a tutti che un rendimento così alto è legato proprio all’alto rischio dell’operazione tanto che la stessa Borsa italiana definisce i Co Co Bond ‘strumenti rischiosi’ che possono produrre ‘notevoli perdite’ per chi li detiene. E anche nel caso in cui il rendimento fosse effettivo, non può che derivare da una serie di operazioni altamente speculative, quel tipo di operazioni che sono alla base della crisi attuale.
Non passa quindi da Matteo Renzi la rottamazione del ‘vecchio modo di fare politica’ che ha stranamente caratterizzato la carriera del giovane sindaco. Questa storia dimostra come invece il ‘vecchio’ modo di intendere le cose si rafforzi e si consolidi, questa volta addirittura stornando i fondi per milioni destinati al volontariato fiorentino nelle tasche di quello stesso Davide Serra che finanzia la campagna per le primarie del sindaco, introduce lo stesso nel mondo della finanza speculativa e pontifica alla Leopolda sulle buone pratiche di governo.
Per tutti questi motivi perUnaltracittà denuncia il conflitto di interessi tra una istituzione in cui siedono rappresentanti del Comune nominati dal Sindaco e operazioni finanziarie di un broker, novello acquisto della compagine che lo sostiene elettoralmente. Chiede perciò chiarimenti su questa vicenda che ha però il merito di fare chiarezza su aspetti fin’ora tenuti fuori da un’abile regia dal cono di luce che l’opinione pubblica deve accendere su chiunque si candidi a guidare il Paese”.
IL FONDO ALGEBRIS SPACCA IL CONSIGLIO COMUNALE Il caso dell’investimento di dieci milioni da parte dell’Ente Cassa di risparmio di Firenze (fondazione in cui il sindaco Matteo Renzi ha nominato un membro nel comitato d’indirizzo, il suo portavoce Bruno Cavini) nei coco bond del fondo Algebris del finanziere Davide Serra ha ‘scaldato’ il consiglio comunale di oggi a Firenze e diviso la compagine del Pd. All’origine delle polemiche, la presentazione di una domanda di attualita’ sulla vicenda da parte dei consiglieri di opposizione Ornella De Zordo (perUnaltracitta’) e Tommaso Grassi, Sel, per chiedere all’amministrazione se vi fossero ”altri fondi di investimento nei quali l’Ente Cassa avesse investito durante la presidenza Mazzei”, quanto ”abbia influito la presenza di uomini vicini al Sindaco negli organi della Fondazione nella decisione di assumere l’investimento” in Algebris, e quale fosse la ”valutazione dell’amministrazione sulla scelta dell’Ente”. Domanda d’attualita’ che pero’ il presidente dell’assemblea Eugenio Giani, in prima battuta, ha rigettato come ”inammissibile”: ”in base al regolamento, una domanda di attualita’ deve interessare direttamente l’amministrazione comunale o questioni di particolare importanza in cui sia coinvolta, e non e’ questo il caso”. Una bocciatura che ha scatenato la vivace reazione di De Zordo e Grassi, che si sono detti ”sorpresi” per la decisione: ”Questo e’ antidemocratico – ha commentato Grassi – dobbiamo pensare che ci sia la volonta’ di non parlare di questo argomento in un momento in cui e’ spiacevole per il sindaco Renzi, cioe’ l’ultima settimana prima delle primarie?”. Il consigliere ha poi sottoposto alla votazione dell’assemblea l’opportunita’ che il consiglio di presidenza riesaminasse la valutazione di inammissibilita’ della domanda, ottenendo l’approvazione (16 favorevoli, 15 contrari) grazie ai voti di Pdl, Lista Galli, del consigliere del Gruppo misto Stefano Di Puccio e di cinque bersaniani del Pd (Francesca Chiavacci, Mirko Dormentoni, Cecilia Pezza, Stefania Collesei Andrea Pugliese): il resto del partito democratico si e’ espresso contro, Fli si e’ astenuta. E’ stato allora deciso, con il comune accordo delle forze politiche, che l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi, rispondesse alla domanda d’attualita’ di De Zordo e Grassi. ”La domanda e’ incredibile – ha esordito Di Giorgi, ed io ripetero’ in questa sede quello che si legge sui giornali: il rapporto tra Serra e l’Ente Cassa prescinde completamente da quello che c’e’ tra il finanziere e il sindaco”. Durante la trattazione del caso, non sono mancati momenti di polemica ancora piu’ dura. ” L’assenza del sindaco espone la citta’ a questa vergogna”, ha detto la consigliera del Pd Cecilia Pezza.