Caro Presidente,
leggo le tue considerazioni sulla necessità di un dialogo sul tema Peretola. Considerazioni condivisibili, ma, mi duole significarlo, tardive.
Probabilmente è utile ricapitolare come sono andate le cose. Ho sempre evitato il possibile ricorso ai tribunali, anche quando ce ne sarebbe stata l’opportunità, per me molto più semplice fra l’altro, consapevole ieri ed oggi che un amministratore debba affrontare i problemi con la politica e non con le carte bollate e che, nel caso specifico dell’aeroporto, sarebbe stato molto più utile essere nei luoghi dove si decide. Ne resto convinto anche ora.
Per anni ho cercato di dare risposte ai miei cittadini preoccupati per l’impatto della nuova infrastruttura con tavoli di confronto di natura politica e tecnica. Insieme a tutti i colleghi sindaci che condividevano le medesime preoccupazioni per i propri territori, anziché la via facile e migliore per il consenso, abbiamo instaurato un tavolo politico e uno tecnico, inviato comuni osservazioni alla Via, chiesto in ogni sede di essere rappresentanti a garanzia delle legittime preoccupazioni dei cittadini che rappresentiamo, con la consapevolezza che sarebbe stato più efficace esserci piuttosto che delegare le decisioni sulle nostre città. Questa possibilità ci è stata negata. È bene chiarirlo bene ed esserne consapevoli. Mi spiace dirlo, ma nessuna possibilità di dialogo è arrivata, in particolare con riferimento alle nostre preoccupazioni sull’impatto della nuova pista, preoccupazioni bollate spesso come paturnie di amministratori improvvisamente divenuti barricaderi. Legittimamente, per carità, da parte della Regione la posizione è sempre stata netta sulla volontà di andare avanti con la realizzazione del nuovo aeroporto.
E, a proposito di dialogo, quando a seguito della sentenza del Tar su Case Passerini hai deciso che per l’impatto ambientale l’opera da sacrificare era il termovalorizzatore a favore dell’aeroporto, non ricordo ci siano state discussioni sulle priorità infrastrutturali per l’area vasta, l’ho letto sui giornali e ne ho preso atto. Eppure la mia posizione era diversa e l’ho sempre chiaramente esplicitata, anche se a mezzo stampa dato che non è mai stato aperto un tavolo di confronto.
Rispetto, ripeto, le tue legittime scelte Presidente, ma non mi si venga ora a parlare di un dialogo. Il confronto o c’è sempre o non c’è mai. Il ricorso al Tar è stata per me l’extrema ratio per tutelare le preoccupazioni dei miei cittadini, a fronte dell’impossibilità di essere coinvolti nei tavoli dove si decide. E le mie preoccupazioni non sono prive di fondamento, come dimostra anche la sentenza del Tar. Come ben sai ho sempre avuto il massimo rispetto delle posizioni di ciascuno e anche le differenze di opinioni non sono mai state di carattere politico ma al massimo territoriale.
Possiamo benissimo condividere gli stessi valori, aderire allo stesso partito e avere opinioni diverse sulle infrastrutture. Da sindaco di Prato ho il dovere di farmi carico fino in fondo delle preoccupazioni e delle priorità dei miei cittadini e continuerò a farlo in ogni sede. Pronto a discutere di tutto, se serve davvero e se la voglia di ascoltare e magari di cambiare idea è reale.
Buon lavoro.
Matteo Biffoni