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Crescono le polemiche sulle dichiarazione fuori onda della Pezza sulla libertà di scelta alle primarie

admin
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Crescono le polemiche sul fuori onda della consigliera Pezza alla trasmissione “L’ultima parola” che a telecamera spenta ma che registrava l’audio ha dichiarato che a Firenze chi non è con Renzi rischia di essere emarginato. La consigliera Pezza ha detto testualmente “qui in città c’è gente che ha paura a schierarsi sulle primarie, cioè quelli che non stanno con lui   (Renzi ndr) hanno paura perché se fanno un lavoro che minimamente c’entra con l’amministrazione comunale non si schierano perché hanno paura”.

“Perché gli imprenditori dovrebbero aver paura di Renzi? Sono forse ricattati? Le parole pronunciate dalla consigliera Pezza alla trasmissione ‘L’ultima parola’ sembrerebbero non lasciare equivoci rispetto al rapporto che esiste tra amministrazione comunale e imprese che lavorano con il Comune, ora si faccia chiarezza”. Così in consiglio comunale i rappresentanti del Pdl.
“La gravità delle accuse lanciate da Pezza non può e non deve cadere nel vuoto, abbiamo il dovere di andare fino in fondo per sapere se Firenze è una città libera o se le nostre imprese vivono un clima di terrore e intimidatorio da parte dell’amministrazione Renzi.” Continuano dal Pdl
 Bonifazi (capogruppo Pd)attacca la consigliera Pezza “Le dichiarazioni rese dalla consigliera Pezza durante un fuori onda raccolto dalla trasmissione “L’ultima parola” su Rai 2 sono inaccettabili. Certe affermazioni, anche se dette in forma privata, sono ormai pubbliche (anche senza l’effettiva volontà di renderle tali) e Cecilia, da persona stimata qual è, se è a conoscenza di nomi e fatti, deve parlare e spiegare”.

Giani sotto accusa per non aver permesso la discussione in aula “La richiesta fatta ieri dal PdL di discutere delle parole pronunciate dalla consigliera Pezza era inammissibile in base all’articolo 71 comma 2 del regolamento del Consiglio comunale”. Così il presidente Eugenio Giani rispondendo al gruppo del PdL che lamenta la mancata discussione della questione nella seduta di ieri. “La mozione d’ordine – spiega Giani- non può modificare la trattazione del Consiglio e può consiste solo nel richiamo volto ad ottenere che siano osservati la legge, lo Statuto e il regolamento stesso e nell’organizzazione dei lavori”.

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