di Piero Campani
Si è cominciato a parlare dello stadio per la Fiorentina a metà degli anni 80 quando Firenze venne inserita nelle città sedi di partite per i mondiali del 1990.
E’ cominciata allora la novella dello stento per lo stadio con l’assessore allo sport e vice sindaco Michele Ventura che cominciò a prospettare la realizzazione di un nuovo stadio considerando che c’erano a disposizione 80 milioni a fondo perduto. E’ iniziata allora la tiritela di Ventura che a tempi scadenzati faceva sopralluoghi per trovare lo spazio giusto. In quel tempo l’area di Castello era ancora bloccata e di proprietà della Fondiaria della famiglia Pecci. Ecco così Bagno a Ripoli, Ugnano, Caldine, Campi Bisenzio zona Longinotti. Via via nomi nuvi quasi sempre impensabili. Questa la politica di allora.
“Adesso siamo vicini, stiamo per decidere” Questo il ritornello di Ventura. Dopo mesi e mesi di speranze anche la stampa che seguiva le vicende cominciò a capire che il governo cittadino a maggioranza PC non aveva alcuna voglia di fare uno stadio nuovo. E’ stato capito dopo il perché. Se Firenze avesse accettao di fare lo stadio nuovo avrebbe dovuto fare una gara di appalto europea superando 20 milioni il costo. Si apriva le porte a società di tutta Europa. Lo diremo più avanti
Così fu deciso di rimodernare il Franchi. Ma bisognava arrivare ad un minimo di posti a sedere. Il motivo vero lo diremo più avanti. Fu deciso così di abbassare il prato togliendo la pista d’atletica. Fu sollevato un grande polverone. Ventura rispose a tono affermando che la pista di atletica del vecchio Franchi non era più adatta a ricevere manifestazioni internazionali perché aveva solo 6 corsie invece delle 8 minime per regolamento. “Non c’è lo spazio -affermò Ventura bloccando i contestatori per l’addio alla sta di atletica – di fare altre 2 corsie. Bisognerebbe togliere le gradinate sotto la tribuna e sotto la maratona”
E COSI’ FU APPROVATA LA DELIBERA PER LA RISTRUTTURAZIONE DEL FRANCHI.
Firmata la delibera non più una unica gara di appalto, ma una decina è più. Tutte ineferiori a 20 milioni. Una per il prato, una per le poltroncine, una per gli impianti elettrici, una per il fognone per portare via l’acqua da sotto il prato., una per l’illuminazione. E così via.