“I comuni proprietari di Ataf, in primis quello di Firenze che ha l’84% delle quote, ci hanno raccontato negli ultimi due anni che i bilanci erano in pari e che la clausola sociale nel bando di privatizzazione non era necessaria. Ma la nuova proprietà Busitalia, prima ancora di insediarsi (lo farà ai primi di dicembre) ci ha già ventilato, in incontri informali, che per tenere i bilanci in pari sta pensando a 250-300 esuberi (su un totale di 1250 dipendenti, 900 dei quali autisti). Evidentemente qualcuno ha detto cose non esatte, evidentemente avevamo ragione noi quando dicevamo che i bilanci, al netto delle entrate straordinarie degli ultimi anni, sono in rosso per 7-8 milioni all’anno, e quando chiedevamo una clausola di salvaguardia sui dipendenti che infatti la Regione ha inserito nel bando per il TPL regionale.”
E’ quanto afferma la Fit-Cisl provinciale e aziendale, che alla situazione di Ataf e del trasporto pubblico nell’area fiorentina ha dedicato un documento presentato stamani in conferenza stampa a Firenze. La Fit si dice molto preoccupata per la situazione e mentre aspetta di potersi confrontare con Busitalia sulla base del piano industriale che verrà presentato dopo il passaggio formale della proprietà, richiama i comuni alle loro responsabilità.
Anche perché, spiega la Fit, “il nodo centrale, la discriminante che determina i conti di Ataf, è la velocità commerciale dei mezzi e le leve per determinarla sono tutte nelle mani dei comuni. Tocca ai comuni migliorare la situazione del traffico, decidere i percorsi, realizzare quelle busvie protette e linee flash promesse nell’accordo ‘salva-Ataf’ del 2006 e mai realizzate (a differenza dei sacrifici dei lavoratori contenuti in quello stesso accordo).” E le cose non potranno che peggiorare con l’apertura (si spera imminente…) dei lavori per i cantieri delle linee 2 e 3 della tramvia. “Per questo –dice la Fit- i comuni non possono lavarsene le mani. Se ci saranno esuberi andranno gestiti tutti insieme e le amministrazioni pubbliche dovranno avere una parte attiva.”
La Fit non risparmia critiche neppure a Busitalia: “I conti di Ataf mica li scoprono ora, li avranno studiati bene prima di partecipare alla gara. Non è serio fare un’offerta per aggiudicarsi una gara e come primo passo annunciare esuberi.”
Sarebbe stato meglio allora trovare con i comuni un accordo, anche lavorando 15 minuti in più, che avrebbe evitato la privatizzazione ? “L’abbiamo detto anche personalmente al sindaco Renzi –risponde Fabiano Casini, segretario provinciale della Fit- che eravamo disposti a discutere di tutto, compreso l’aumento dell’orario. Ma per farlo il Comune avrebbe dovuto presentare un piano industriale e chiarire le sue intenzioni in vista del bando regionale sul TPL. E non l’ha mai voluto fare o l’ha fatto solo troppo tardi. Evidentemente aveva già deciso la privatizzazione. Quella sui 15 minuti di lavoro in più che non volevamo fare è la terza bugia di questa storia.”