E’ una ‘cattedrale’ del vino posta nel ventre di una collina del Chianti, ed ispirata alle chiese rinascimentali fiorentine, la nuova cantina di Bargino di San Casciano Val di Pesa della casa Marchesi Antinori, viticoltori da 26 generazioni, che con questo progetto cambia ‘casa’ traslocando la sua produzione di Chianti Classico in una struttura avveniristica che sara’ anche meta di visitatori. La nuova cantina, presentata in anteprima oggi per la prima volta ai giornalisti – mentre domani ci sara’ l’inaugurazione con 700 invitati, atteso anche il ministro dell’Ambiente Corrado Clini – e’ stata costruita sbancando una collina intera e poi ricoprendo di terra l’edificio, che consta di 287.000 metri cubi ricavati su 12 ettari di campagna e ottenuti ‘gettando’ 40.000 metri cubi di cemento piu’ 3,5 milioni di chili di armatura in ferro. La superficie utilizzabile e’ di 58.000 metri quadri. Nel cuore della collina ora c’e’ un edificio con tre navate lunghe 75 metri dove a una temperatura naturale costante di 17 gradi riposano centinaia di barriques e (molte meno) botti per un potenziale di 2,5 milioni di bottiglie ‘lavorate’ all’anno. Fuori, sul ‘tetto’ non visibile della cantina, e’ piantato un vigneto che a scopo didattico riunisce tutte le varieta’ di vitigni del Chianti, anche quelli semi-dimenticati. Insieme alla cantina, oltre a magazzini e zona di imbottigliamento, ci sono museo con documenti dall’eta’ moderna ad oggi, sale degustazioni, orciaia, vinsanteria, ristorante, libreria, auditorium da 250 posti, un negozio, gli uffici del gruppo che per la prima volta dopo circa sette secoli – fatta salva la sede legale – da Firenze si spostano a Bargino. Il pubblico dei visitatori e degli enoturisti potra’ accedervi dal prossimo febbraio. ”E’ un progetto che ha un grande rispetto per l’ambiente e il paesaggio toscano, da cui abbiamo avuto molto, e che ci avvicina alle nostre radici (dal Chianti, nel Medioevo, parti’ la storia vinicola della famiglia, ndr) – ha commentato il marchese Piero Antinori insieme alle figlie Albiera, Alessandra e Allegra -. Abbiamo voluto contemperare l’esigenza della produzione con quello dell’ambiente. E’ una tappa importante, per me la conclusione di 50 anni di lavoro”. L’architetto fiorentino Marco Casamonti ha spiegato che nella nuova cantina ”si e’ cercato di integrare tre aspetti immancabili del mondo rurale toscano: lo spazio sacro, il borgo, l’opificio”, mentre il direttore generale Renzo Cotarella ha evidenziato alcuni dati del gruppo, che nel 2012 si aspetta ricavi per 150 milioni di euro e 18 milioni di bottiglie vendute (65% per l’export).(