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Fase 2 e musei locali: l’Associazione Nazionale Case della Memoria sostiene l’appello per la valorizzazione

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I musei locali vanno valorizzati e occorre pensare a un “piano d’attacco” quanto prima. L’associazione Nazionale Case della Memoria si associa all’appello lanciato nei giorni scorsi da Alessandro Ricceri, presidente della Fondazione Musei Senesi, e da Irene Lauretti, presidente del Sistema Musei di Maremma, che si sono fatti portavoce di un’istanza condivisa da altri 15 tra musei e sistemi museali toscani, lanciando appunto un appello al ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini per il rilancio dei musei locali.

L’istanza chiede al ministro di valorizzare e promuovere le realtà museali locali come “patrimonio del paese” al pari dei musei statali in vista della ripartenza. In particolare sollecita misure statali di sostegno alla cultura e di salvaguardare le professionalità mantenendo gli attuali livelli occupazionali.

Un’altra richiesta riguarda la possibilità, da parte del Ministero, di provvedere ad estendere l’esenzione dell’Iva per tutti i servizi legati al funzionamento dei musei locali e non solo per le sole visite guidate e le attività didattiche come è attualmente.

«Anche noi abbiamo firmato questo appello e lo sosteniamo a gran voce – commenta Adriano Rigoli, presidente dell’associazione Nazionale Case della Memoria -. La nostra rete nazionale di case della memoria è una ricchezza per il Paese alla pari dei musei statali ed entrambi devono poter tornare al più presto accessibili. Siamo convinti che occorra coinvolgere nelle misure di sostegno alla cultura anche i musei locali, con la relativa estensione dell’esenzione Iva per tutti i servizi legati al loro funzionamento». «La nostra associazione – prosegue Marco Capaccioli, vicepresidente dell’associazione Nazionale Case della Memoria – con la sua rete di case della memoria, offre una straordinariaproposta culturale e turistica, riunendo le case (oggi case-museo) in cui vissero personaggi illustri appartenenti a ogni campo del sapere, dall’arte alla letteratura, dalla scienza alla storia. Siamo, dunque, anche noi, il motore della cultura, che non va lasciato arrugginire. Occorre ripartire al più presto con la marcia giusta».

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