Mentre in Italia si punta sul rilancio della mobilità alternativa attraverso il bonus monopattini, in Francia Emmanuel Macron annuncia un piano da 8 miliardi di euro per conquistare la leadership nel settore delle auto elettriche, con un bonus fino a 7 mila euro per l’acquisto di una vettura “pulita”. Il governo transalpino creerà inoltre un fondo da 500 milioni per modernizzare la filiera e consolidare le reti dei fornitori e sostenere la ricerca e l’innovazione, oltre a stringere un grande patto con le imprese e i sindacati per rilocalizzare la totalità della produzione ad alto valore aggiunto in Francia. Entro l’anno prossimo nel Paese saranno infine attive 100 mila colonnine per la ricarica elettrica. Il sistema dell’automotive italiano guarda con molto interesse a quanto sta avvenendo oltralpe.
“Il mio giudizio personale, come del resto quello già espresso dal gruppo Psa, è estremamente positivo nei confronti di questo piano, perchè al di là dei dettagli parte da una visione: quello di puntare ad essere il Paese numero uno delle vetture con spina”, ha detto all’Italpress Gaetano Thorel, amministratore delegato di Psa Italia.
Per quanto riguarda il nostro Paese, secondo il numero uno del gruppo francese in Italia, “la situazione è un pò diversa, nel senso che abbiamo un parco circolante molto più anziano, inquinante e insicuro di quello transalpino. Ci vorrebbe un bonus per eliminare dalla circolazione i veicoli dall’euro 0 all’euro 3. Il rifinanziamento dell’ecobonus va benissimo, ma per un completo svecchiamento bisognerebbe fare degli incentivi anche per l’acquisto di veicoli euro 6, anche usati, che sono 30 volte meno inquinanti degli euro 3”.
Il modello Macron dovrebbe essere preso ad esempio dal governo italiano anche per Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia, l’associazione della filiera automobilistica. “Auspichiamo che anche il governo italiano, con il quale stiamo lavorando ormai da diversi mesi, metta in campo strumenti simili a quelli francesi – ha affermato all’Italpress -. Le nostre proposte si concentrano su misure a sostegno della domanda, come un’estensione dell’ecobonus, un incentivo per l’acquisto di vetture in stock, prodotte fino al 25 marzo 2020, presso produttori e concessionari, al fine di evitare che ritmi troppo lenti di smaltimento blocchino il riavvio della produzione, dando contestualmente un immediato impulso alla ripresa delle vendite”. Per Giorda sono necessarie però anche misure di medio-lungo termine “per accompagnare la transizione tecnologica verso l’elettrificazione e la guida autonoma. Il rischio, in caso contrario, è che si generi un fattore di distorsione della concorrenza in Europa, a svantaggio del nostro Paese”.
Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’associazione che raggruppa le case estere, e numero uno di Volvo Italia, è convinto che il piano Macron in Italia non funzionerebbe. “Fare un copia e incolla del piano francese e proporlo anche in Italia sarebbe un errore perchè il punto di partenza tra le due realtà è molto diverso – ha spiegato Crisci all’Italpress -. Innanzitutto perchè la Francia è molto più avanti dell’Italia sul piano dell’elettrificazione, ha un parco auto molto più giovane del nostro e una fiscalità diversa”.
Secondo il presidente di Unrae per dare slancio al settore bisognerà infatti ripartire proprio dalla leva fiscale (detraibilità dell’IVA al 100%, deducibilità immediata), dall’allargamento dell’ecobonus ad una terza fascia e da un serio investimento in infrastrutture. “Nei prossimi anni il mercato dell’auto sarà inondato da vetture elettriche e se in Italia non saremo pronti con le centraline, rischiamo di rimanere tagliati fuori anche dal punto di vista turistico”, ha concluso Crisci.
Per quanto riguarda il nostro Paese, secondo il numero uno del gruppo francese in Italia, “la situazione è un pò diversa, nel senso che abbiamo un parco circolante molto più anziano, inquinante e insicuro di quello transalpino. Ci vorrebbe un bonus per eliminare dalla circolazione i veicoli dall’euro 0 all’euro 3. Il rifinanziamento dell’ecobonus va benissimo, ma per un completo svecchiamento bisognerebbe fare degli incentivi anche per l’acquisto di veicoli euro 6, anche usati, che sono 30 volte meno inquinanti degli euro 3”.
Il modello Macron dovrebbe essere preso ad esempio dal governo italiano anche per Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia, l’associazione della filiera automobilistica. “Auspichiamo che anche il governo italiano, con il quale stiamo lavorando ormai da diversi mesi, metta in campo strumenti simili a quelli francesi – ha affermato all’Italpress -. Le nostre proposte si concentrano su misure a sostegno della domanda, come un’estensione dell’ecobonus, un incentivo per l’acquisto di vetture in stock, prodotte fino al 25 marzo 2020, presso produttori e concessionari, al fine di evitare che ritmi troppo lenti di smaltimento blocchino il riavvio della produzione, dando contestualmente un immediato impulso alla ripresa delle vendite”. Per Giorda sono necessarie però anche misure di medio-lungo termine “per accompagnare la transizione tecnologica verso l’elettrificazione e la guida autonoma. Il rischio, in caso contrario, è che si generi un fattore di distorsione della concorrenza in Europa, a svantaggio del nostro Paese”.
Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’associazione che raggruppa le case estere, e numero uno di Volvo Italia, è convinto che il piano Macron in Italia non funzionerebbe. “Fare un copia e incolla del piano francese e proporlo anche in Italia sarebbe un errore perchè il punto di partenza tra le due realtà è molto diverso – ha spiegato Crisci all’Italpress -. Innanzitutto perchè la Francia è molto più avanti dell’Italia sul piano dell’elettrificazione, ha un parco auto molto più giovane del nostro e una fiscalità diversa”.
Secondo il presidente di Unrae per dare slancio al settore bisognerà infatti ripartire proprio dalla leva fiscale (detraibilità dell’IVA al 100%, deducibilità immediata), dall’allargamento dell’ecobonus ad una terza fascia e da un serio investimento in infrastrutture. “Nei prossimi anni il mercato dell’auto sarà inondato da vetture elettriche e se in Italia non saremo pronti con le centraline, rischiamo di rimanere tagliati fuori anche dal punto di vista turistico”, ha concluso Crisci.