L’idea di base è semplice e risponde a una domanda altrettanto semplice: quanto cibo è destinato al macero solo perchè presenta difetti o sta per scadere, ma può essere tranquillamente consumato? Tanto, troppo. Nel 2019 migliaia di tonnellate, per un controvalore di 15 miliardi di euro, circa l’1% del PIL: buona parte in ambito familiare, ma anche l’industria e la catena della distribuzione hanno il loro peso.
Da questa idea è nata una piattaforma per il business e la spesa etici, che offre cibi di qualità altrimenti destinati alla pattumiera. A promuoverla è la startup milanese ThinkAbout, che ha fatto dell’economia circolare e della lotta allo spreco alimentare il suo modello di business.
Perchè non iniziare dalla parte della filiera più controllabile? si è chiesto Andrea Briganti, che di ThinkAbout è il fondatore e l’amministratore delegato? La risposta è stata un modello nel quale tutti i soggetti coinvolti traggono benefici, innanzitutto economici ma non solo.
“Il servizio che offriamo funziona così: i produttori ci conferiscono beni alimentari destinati al macero, ma perfettamente sani e ancora gustosi che noi offriamo nella nostra vetrina virtuale alla quale accedono i dipendenti delle aziende clienti che aderiscono all’iniziativa NOW, che sta per No Waste, di ThinkAbout”, spiega Briganti, che ha alle spalle numerose esperienze di successo nel campo delle business innovation e nella internazionalizzazione delle imprese.
Il vantaggio per i dipendenti delle aziende aderenti è la possibilità di accedere a prodotti di qualità della filiera del secco (quindi non fresco, come le verdure, nè surgelati) a prezzi ultra convenienti, ricevendoli a casa o in azienda. Per le imprese che conferiscono gli alimenti il beneficio è quello di reimmettere sul mercato prodotti che, al netto delle donazioni, sarebbero destinati al macero. Per quelle che aderiscono al servizio, infine, si tratta di offrire un ulteriore benefit a basso impatto di costi ai propri dipendenti. Ma soprattutto di acquisire “punti” nel campo della sostenibilità, in maniera concreta e tangibile.
“ThinkAbout – dice Briganti – offre alle aziende anche la possibilità di organizzare corsi e altri momenti di formazione che hanno come oggetto il tema dello spreco alimentare, oltre che tutta una serie di attività anche di comunicazione che puntano alla crescita della cultura e della consapevolezza ambientale”.