Chiara Appendino non si ricandiderà a sindaco di Torino, a differenza di quanto deciso da Virginia Raggi a Roma.
“Ho preso una decisione, non nego, molto dolorosa, ma necessaria: dopo aver a lungo riflettuto, ho deciso di fare un passo di lato.
Non correrò, dunque, nuovamente per la carica di sindaca”, ha annunciato in un lungo post su Facebook. “Io ci sono, e continuerò a esserci, per servire la città che amo. Il mio auspicio è che, per il bene della città, con, il dovuto senso di responsabilità, ognuno sappia mettere da parte gli interessi personali e di bottega. C’è in gioco il futuro di Torino – spiega Appendino -. Ancor più in un momento delicato come quello dell’emergenza Covid-19: la più grande crisi sanitaria, sociale ed economica dal dopoguerra ad oggi. Torino ce la farà, ne sono certa. I torinesi hanno già saputo dimostrare il loro senso di responsabilità. Se resteremo uniti ne usciremo più forti”.
La prima cittadina ha dato l’annuncio prima durante una riunione con il gruppo consigliare del M5S in sala Rossa e poi sui social. Decisiva la condanna arrivata in primo grado lo scorso 21 settembre a sei mesi.
Pena sospesa con l’accusa di falso ideologico in atto pubblico, nella vicenda cosiddetta Ream. Era stata invece assolta dall’accusa di abuso d’ufficio, che secondo le regole della legge Severino ne avrebbe determinato l’immediata decadenza. La vicenda riguarda il bilancio 2016 e la gestione di un credito vantato da Ream, 5 milioni, per la gestione di un’area commerciale che invece non è mai stata assegnata, e che fu utilizzata dalla neosindaca e dall’assessore al bilancio, per pareggiare i conti del Comune. Appendino si era autosospesa dal M5S, in attesa delle decisioni del movimento.