La presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ribadisce che “maggioranza e opposizione devono collaborare. Se la legge di Bilancio è il primo passo per la costruzione del futuro del Paese, deve essere scritta insieme perché in un momento così drammatico le decisioni di finanza pubblica non possono che essere condivise. Il Paese pretende una collaborazione vera, concreta e agile. Non scatole vuote o organismi elefantiaci”.
Dello stesso avviso anche il presidente di Forza Italia, che ripete al Corriere della Sera: è il momento “dei fatti concreti”. Berlusconi non vuole entrare nella compagine del governo perché i partiti non sono compatibili, ma allo stesso tempo spinge per una collaborazione nella scrittura della legge di bilancio. Questo perché: “La situazione sanitaria forse non è mai stata così grave, la seconda ondata ci ha investito in pieno. Le conseguenze sono drammatiche, non ci hanno dato ascolto, stanno rifiutando di utilizzare i fondi del Mes“. Forza Italia è disponibile a uno scollamento di bilancio, ma solo ad alcune condizioni: dare indennizzo a chi ha chiuso l’attività, pagare i debiti della pubblica amministrazione e sospendere i pagamenti, in modo da coprire un semestre fiscale bianco.
Non tutti la vedono allo stesso modo anche nel centrodestra. Oggi Salvini dice che si dovrebbe eliminare il Mes e utilizzare quei soldi per garantire prestiti BEI alle piccole e medie imprese e per cancellare i debiti del Covid. Il segretario della Lega chiede un ulteriore scostamento di 100 miliardi per “intervenire con indennizzi efficaci e un grande piano di investimenti, riavviando l’economia prima che scadano gli ammortizzatori sociali e riprendano i licenziamenti”.
Ieri anche Giorgia Meloni ha aperto alla collaborazione. Tuttavia, se a parole l’intenzione sembra esserci da tutti gli schieramenti politici, nei fatti sembra che rimostranze ci siano sia nel governo che nell’opposizione. Tra i motivi che bloccano l’intesa, il nodo Mes è uno dei più rilevanti.