Oggi, per la Giornata mondiale per il contrasto alla violenza contro le donne, esce il report “’Un anno di Codice Rosso. Reati spia e femminicidi”. Il report viene realizzato dalla Direzione centrale della polizia criminale.
Quest’anno il trend è in controtendenza rispetto agli anni precedenti, dove si registra un aumento del 7,3% di donne uccise nei primi nove mesi dell’anno, da 82 nel 2019 a 88 nel 2020. In aumento le donne vittime in ambito familiare e affettivo, che passano da 68 a 77, spesso muoiono per mano di partner o ex partner, ma anche a causa di genitori e figli (28%).
I moventi più frequenti dei femminicidi sono la lite e i motivi passionali. Sia nei primi nove mesi del 2020 che nello stesso periodo del 2019, l’omicida ha spesso usato un’arma impropria, come un coltello o un utensile da lavoro (martello, cacciavite, ecc). Seguono, poi, l’uso di un’arma da fuoco, l’asfissia, il soffocamento o lo strangolamento, le percosse e l’avvelenamento.
Per i reati spia e gli omicidi volontari di donne la fascia di età più colpita nei primi 9 mesi del 2019 è quella tra i 31 e 44 anni, che è la stessa più frequente anche per gli autori. Mentre nei primi nove mesi del 2020 la fascia più colpita è quella delle donne over 65 che rappresentano il 30% del totale delle vittime.