“Quei 209 miliardi sono per il nostro Paese la sfida della vita, sarebbe doloroso non arrivare fino in fondo”. Lo dice il premier Giuseppe Conte, in un colloquio con il Corriere della Sera, in merito al Recovery Fund.
“Riusciremo a dare la svolta, con l’Europa abbiamo studiato un percorso a scorrimento veloce del Recovery. Stiamo facendo tantissimo, nonostante il clima di confusione che ogni tanto si alza”, aggiunge.
Conte chiarisce che non c’è alcun gelo con il leader del Pd Nicola Zingaretti per la governance del Recovery: “Lo sento tutti i giorni e non è vero che non sia d’accordo sulla cabina di regia a tre. Ne avevamo parlato, c’è perfetta coincidenza”.
Nella cabina di regia del Recovery, “che riferirà periodicamente non solo al Consiglio dei ministri ma anche al Parlamento”, spiega il premier, entreranno Roberto Gualtieri per il Pd e Stefano Patuanelli per il M5S. Oltre allo stesso capo del governo, il quale oggi pomeriggio farà il punto con i capi delegazione. L’organo politico del Recovery si appoggerà a un comitato esecutivo composto da sei manager, “persone con forti competenze e capacità di coordinamento – aggiunge Conte -. Dobbiamo coinvolgere il meglio del Paese, individuando 50 nomi per ognuno dei sei team”.
“Ci sarà un grande confronto pubblico e coinvolgeremo tutto il Parlamento. Stiamo anche pensando a un comitato di garanzia, che sovrintenda all’attuazione dei progetti e verifichi che le cose stiano andando bene”, sottolinea il presidente del Consiglio, per il quale sarebbe bello “se questo organismo fosse nominato dal Colle”.