Da ieri, 1 marzo, alla farmacia comunale del Comune di Pontassieve i prodotti igienici femminili, come gli assorbenti interni ed esterni e le coppette mestruali, saranno venduti senza l’Iva e con uno sconto applicato dal comune.
L’iniziativa prende il via dopo che è stata approvata nel Consiglio comunale, all’unanimità, la proposta sulle campagne di sensibilizzazione sul tema e le azioni concrete per abbattare la tassazione sui prodotti igienici essenziali femminili.
A inaugurare la campagna, con la Sindaca Marini e l’Assessore Bencini, anche l’Assessora regionale Nardini.
“In Italia sono in vigore tre aliquote Iva: 4 % (aliquota minima, applicata alle vendite di generi di prima necessità); 10% (aliquota ridotta, applicata a determinati prodotti alimentari, a particolari operazioni di recupero edilizio e ai servizi turistici): 22% (aliquota ordinaria, per tutto il resto) e che i prodotti sanitari per il ciclo mestruale, nonostante costituiscano un bene primario, sono sottoposti all’Iva del 22%”, si legge nella mozione.
“Voglio ringraziare l’Amministrazione comunale di Pontassieve – dice l’Assessora regionale alle pari opportunità, Alessandra Nardini – per questa importante iniziativa che contribuisce a ridurre le diseguaglianze di genere che, nel nostro Paese ancora resistono. È insopportabile il fatto che su beni di prima necessità, come gli assorbenti, venga applicata ancora l’iva al 22%, come se fossero beni di lusso. Questa iniziativa del Comune assume un’importanza ancora più grande in questo difficile momento, in cui sappiamo bene che sono proprio le donne e i giovani a pagare di più le conseguenze della pandemia. È un messaggio importante che parte da Pontassieve e mi auguro che anche a livello nazionale questa battaglia diventi la battaglia di tutti e possa finalmente vedere un esito positivo.”
“Il riconoscere il carattere di essenzialità dei prodotti sanitari per il ciclo mestruale è una battaglia di civiltà, che ad alcuni potrà sembrare poca cosa, ma che è tutt’altro. – spiegano la Sindaca Monica Marini e l’Assessore alle pari opportunità e politiche di genere Jacopo Bencini– I prodotti per il ciclo mestruale sono, per ogni donna, un bene essenziale e necessario ma – ingiustamente – molto costoso. Il far gravare il loro costo interamente sulle donne, tassandoli come se fossero prodotti di consumo di cui si possa fare a meno, è espressione di una cultura che del ciclo mestruale parla poco e niente e, quando lo fa, spesso si nutre di toni derisori e, talvolta, addirittura denigratori. Quella stessa cultura che perpetra una differenza salariale tra uomini e donne, che pone ancora le donne di fronte alla scelta tra maternità e carriera e che ancora guarda alle differenze di genere come a giustificazioni per troppe discriminazioni”.