Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi sono stati condannati a 3 anni dalla Corte di Appello di Firenze. I due erano imputati dell’accusa di tentata violenza sessuale di gruppo, da cui Martina Rossi stava fuggendo il 3 agosto del 2011. La ragazza di 23 anni era poi precipitata dal balcone di un hotel di Palma di Maiorca in Spagna.
Il processo è il quarto grado di giudizio, dopo che la Cassazione aveva respinto l’assoluzione del primo appello e aveva rimandato alla Corte di Firenze per l’appello bis.
La pena inflitta è quella richiesta nella requisitoria dal pg Luigi Bocciolini. Caduto in prescrizione, invece, il reato di morte in conseguenza di altro reato. Scongiurata, invece, la prescrizione di questo reato, che sarebbe scattata ad agosto di questo anno.
In primo grado il tribunale di Arezzo aveva condannato Albertoni e Vanneschi a 6 anni di reclusione per tentata violenza sessuale e morte in conseguenza di altro reato. In Appello erano stati assolti. A gennaio la Cassazione aveva accolto il ricorso presentato dalla procura generale di Firenze e ha annullato la sentenza con la disposizione di un nuovo appello.
Per la Suprema Corte i giudici dell’appello avrebbero commesso un “macroscopico errore visivo” nell’individuare il punto di caduta. Un errore che avrebbe indotto la corte a credere che Martina avesse scavalcato il parapetto dal centro del balcone, forse con l’intento di togliersi la vita. In realtà Martina stava fuggendo.
“Dicono che il sole vada ai belli ma oggi è andato anche ai giusti. Questa è la fine di un tentativo di fare del nuovo male a Martina. Ci hanno provato ma non ci sono riusciti. Il mio primo pensiero è andato a lei, ai suoi valori, a lei che non ha fatto niente e ha perso la vita”. Così Bruno Rossi, padre della ventenne genovese Martina Rossi.