“Un figlio di papà”. La definizione usata da Marco Travaglio per definire Mario Draghi scatena un fuoco di polemiche che finisce per dividere la maggioranza. Il direttore del Fatto Quotidiano è intervenuto ieri dal palco della festa di Articolo Uno a Bologna: “Mi dispiace dirlo, non capisce un caz… né di giustizia, né di sociale, né di sanità. Capisce di finanza, ma non esiste l’onniscenza o la scienza infusa”. Immediate le reazioni dei partiti che sostengono l’esecutivo.
Il senatore Pd Andrea Marcucci sottolinea il passaggio in cui Travaglio definisce Draghi “un curriculum ambulante”: “Draghi non deve certo vergognarsi del suo curriculum, della sua competenza e della sua storia familiare. A vergognarsi deve essere il solito Travaglio, che ha usato parole indegne” .
Matteo Renzi si sofferma soprattutto sulla definizione di “figlio di papà”: “Le parole offensive e deliranti di Marco Travaglio su Draghi, orfano di padre all’età di 15 anni, dimostrano come il direttore del Fatto Quotidiano sia semplicemente un uomo vergognoso”, spiega l’ex premier su Facebook.
Il capogruppo di Italia Viva al Senato, Davide Faraone, invita il ministro Roberto Speranza, leader di Articolo Uno, a prendere le distanze da Travaglio. “Le scuse di Travaglio non arriveranno mai, ma una cosa è leggere le volgarità sul suo giornale, che è già dura prova di resistenza umana, altra cosa è ascoltare queste parole dal palco di un partito che sta al governo proprio con Draghi e ciò – sottolinea Faraone – è francamente inaccettabile. Per non dire disgustoso. Forse le scuse dovrebbero arrivare proprio da chi siede accanto al presidente del Consiglio”.
Un appello che Speranza raccoglie poco dopo: “L’uscita di Marco Travaglio sul presidente del Consiglio Mario Draghi è infelice e non rappresenta certo il punto di vista di Articolo Uno che sostiene convintamente la sua azione di governo”.