Le agenzie di intelligence americane stanno scandagliando un gigantesco ‘catalogo di informazioni genetiche’ che, una volta decifrato, potrebbe fornire rivelazioni sulle origini del Coronavirus. A scriverne è la Cnn, precisando che tra i dati figurano i modelli genetici ricavati dai campioni del virus studiati nel laboratorio di Wuhan, guardato da molti come la possibile fonte iniziale della pandemia.
Non è chiaro, precisa l’emittente, come le agenzie di intelligence abbiano avuto accesso alle informazioni, anche se i sistemi utilizzati per processare questo tipo di dati – secondo le diverse fonti citate dalla Cnn – sono normalmente connessi a server remoti basati su cloud, il che lascia aperta la possibilità di infiltrazioni.
Trasformare questa enorme quantità di dati grezzi in informazioni utilizzabili presenta una serie di difficoltà, non da ultimo lo sfruttamento di una potenza di calcolo sufficiente per elaborare il tutto. Per fare ciò, le agenzie si affidano ai supercomputer dei National Labs del Dipartimento dell’Energia, un gruppo di 17 istituti di ricerca governativi d’élite.
C’è poi un problema di manodopera. Non solo le agenzie di intelligence hanno bisogno di scienziati governativi abbastanza abili da interpretare dati di sequenziamento genetico complessi – scienziati che siano peraltro in possesso della necessaria autorizzazione di sicurezza – ma devono anche parlare cinese mandarino. “Naturalmente ci sono scienziati autorizzati dal punto di vista della sicurezza nazionale. Ma che parlino mandarino? Pochi. E non solo scienziati, ma anche specializzati nel settore. Si capisce subito come tutto questo diventi