Un Consiglio dei ministri per giovedì non viene escluso all’interno del governo. Potrebbe già portare all’estensione dell’utilizzo del green pass in quei luoghi di lavoro dove sono previsti assembramenti e contatti con il pubblico. Oltre a cinema, palestre e ristoranti, per esempio nei supermercati e nei centri commerciali.
Ma per l’allargamento del passaporto sanitario alle aziende e alle fabbriche si prenderà ancora tempo, anche per la necessità di concordare la linea con i sindacati e per l’esistenza di alcuni nodi irrisolti, come quello sui costi legati ai tamponi che comunque – a parte le categorie fragili – non saranno in ogni caso a carico dello Stato.
Lunedì il presidente del Consiglio Draghi ha incontrato il segretario della Cgil Landini, martedì è stato il numero uno di Confindustria Bonomi ad annunciare la presentazione di un documento al premier al termine della due giorni di incontri con la Federazione delle industrie tedesche.
Nel governo comunque si punta a un unico dl che coinvolga i dipendenti della Pubblica amministrazione e del settore privato ma ancora non c’è una decisione definitiva. Con la possibilità, riferiscono alcune fonti, che ci possa essere un Consiglio dei ministri anche senza la convocazione di una cabina di regia.
Convocazione che non è comunque ancora arrivata mentre si attende un incontro annunciato ma non ancora avvenuto tra il presidente del Consiglio e il leader della Lega Salvini. In ogni caso il Capo dell’esecutivo non si discosta dalla linea della fermezza.
La determinazione è quella di allargare l’utilizzo del passaporto sanitario ma si tratterà di aprire una trattativa con la Lega che oggi nell’Aula della Camera ha prima ritirato gli emendamenti al green pass e poi votato con Fratelli d’Italia e Alternativa c’è a scrutinio segreto la proposta di sopprimere il primo comma dell’articolo 3, relativo all’obbligo della certificazione verde nei ristoranti. Da qui lo scontro aperto nella maggioranza con le proteste di Pd e Movimento 5 stelle.
“Il governo rischia zero”, ha affermato Salvini. Ed anche il premier Draghi è convinto che l’esecutivo resti comunque al riparo. Ma la decisione del leader della Lega di convergere sulle posizioni di Fratelli d’Italia non sarebbe stata gradita. “Ormai la doppiezza della Lega viene elevato a sistema. A questo punto la domanda è semplice: la Lega non ha più fiducia in Draghi ? Lo dica!”, attacca il dem Borghi. “Chiediamo chiarezza, non si può stare nella maggioranza e votare con l’opposizione. L’atteggiamento della Lega è irresponsabile”, l’affondo del segretario dem Letta.
“Salvini decida da che parte stare”, la richiesta del Pd. “Per la prima volta si è palesato in Aula un voto di appoggio da parte di una forza di maggioranza a un emendamento presentato dall’opposizione. C’è una questione di coerenza”, l’attacco del capogruppo pentastellato Crippa. “Sono favorevole al green pass e se necessario sono favorevole all’obbligo della vaccinazione se ce lo dice la comunità scientifica”, il parere del presidente M5s, Conte. Per il capogruppo di Leu alla Camera, Fornaro, dalla Lega “è arrivata una pugnalata a Draghi”.