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Verso la transizione ecologica, il confronto al Salone della Csr

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Dalla riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 all’impegno di arrivare all’impatto climatico zero entro il 2050: questi alcuni degli obiettivi che vedono istituzioni e imprese coinvolti nella sfida verso la transizione ecologica. Per conseguire questi obiettivi almeno il 30% di tutti i programmi europei dovrà avere al centro la sostenibilità, la promozione dell’economia circolare, l’innovazione tecnologica. Temi al centro dell’incontro “Verso la transizione ecologica” al Salone della Csr e dell’innovazione sociale in corso a Milano. Incontro che è occasione per condividere le esperienze di imprese e altri attori sociali. 

Per Gonzalo Juarez De La Rasilla, Head of Sustainability Stakeholders Engagement Enel, la parola d’ordine per affrontare la transizione è “collaborazione”. “Quello che per noi è importante è la collaborazione con tutti gli stakeholder – spiega – la Commissione ha lanciato il green deal e questo ha fatto emergere l’importanza di creare valore per la società e questo non si può fare da soli. Non basta investire ma lavorare sulla parte sociale e su forme collaborative e inclusive. Bisogna lavorare insieme. La transizione deve essere positiva, rapida, verde e giusta, e come azienda è quello che cerchiamo di fare creando valore: chi non accetta questo concetto, rischia di sparire”. 

“Da una parte – aggiunge – la transizione creerà tanti posti di lavoro, come nel settore delle rinnovabili, ma se ne perderanno altri nei settori legati ai combustibili fossili e noi stiamo cercando di affrontare questa transizione riqualificando i nostri dipendenti, questa sarà una sfida importante. Nessuno deve essere lasciato indietro”.  

Tanti i progetti di Esselunga per affrontare la sfida della transizione. “La sostenibilità per noi parte da lontano”, dice Antonio Vaccari, Head of Health, Safety and Environment (HSE) di Esselunga, ricordando che è del ’95 la linea ‘Per chi ama la natura’. Tante le iniziative di Esselunga che agisce tenendo presente i 5 pilastri della propria azione, riassunti anche nel bilancio di sostenibilità: comunità, clienti, fornitori, ambiente, persone. Interventi che vanno dall’efficientamento energetico alle rinnovabili, dalla riduzione di CO2 alle certificazioni, e poi packaging, design, circolarità. Centrale, la condivisione di questi progetti con i clienti, soprattutto quando si parla di azioni di contrasto al cambiamento climatico o allo spreco alimentare.  

Una grande realtà complessa come quella di Saipem “gioca un ruolo fondamentale, anzi più ruoli – dice Chiara Petrella, Corporate Environmental manager Saipem – definita ‘piattaforma tecnologica di ingegneria avanzata’ Saipem sviluppa progetti e tecnologie innovative che mette a disposizione di tutta la filiera abilitando i clienti e tutti i player della filiera alla transizione ecologica. Questo è il nostro business principale. Quando progettiamo scegliamo sempre le tecnologie con un impatto minore e siamo in grado di influenzare il cliente nelle scelte che riteniamo migliori”. Anche qui, l’azienda punta su gruppi di lavoro multidisciplinari e “ciascuno può farsi promotore del cambiamento”. 

Grandi aziende alle prese con la transizione, ma anche Pmi perché, come sottolinea Davide Bulgarelli, Ceo Bulgarelli Production, “è interessante dimostrare come anche le piccole e medie imprese possano fare tanto. Abbiamo iniziato questo percorso una decina di anni fa con delle buone pratiche, come nel nostro reparto cartotecnico, che consuma tantissima carta, in cui abbiamo iniziato a riciclare; abbiamo cambiato sede scegliendo un nuovo stabilimento a classe energetica che permettesse di avere un impatto inferiore in termini di consumi. Per una Pmi inizialmente c’è un percorso di ‘alfabetizzazione’ per formarsi dal punto di vista della cultura della sostenibilità ma passo dopo passo ci siamo resi conto che la carbon neutrality era un obiettivo alla nostra portata, basta cambiare abitudini e processi interni. Obiettivo raggiunto e superato e ora siamo climate positive”. 

Non esiste transizione se non è giusta: ne è convinta Valentina Grieco, Communication and Sustainability Expert Maire Tecnimont, raccontando come “stiamo agendo a tutto tondo su una transizione industriale, di sistema, energetica, ma che abbia molta attenzione sui temi sociali”. Quando si è trattato di ragionare sulla transizione, spiega, “ci siamo guardati dentro, alle nostre competenze e come queste potessero andare al servizio dei nostri clienti: nei settori dell’industria tradizionale degli idrocarburi, agendo sul processo industriale e cercando nuove soluzioni; nella green chemistry, capendo come queste soluzioni possano andare nella direzione della riduzione degli impatti ambientali, aprendo le nostre competenze anche verso l’idrogeno come alternativa agli idrocarburi”. 

“Uno sforzo industriale che ha attivato un processo non solo ambientale ma anche di razionalizzazione, su climate change, circular economy, persone, innovazione, comunità a territori. Stiamo facendo lo sforzo di calare questi elementi nella struttura attraverso tavoli di lavoro che su questi temi lavorano in modo sinergico e interdipartimentale e che servono, in questo momento di transizione, a portare avanti nuove idee. Gli obiettivi sono chiari per noi: ridurre delle emissioni”.