“Se l’andamento dei contagi e dei ricoveri resterà così, potremo chiudere questa pagina”, dice il presidente del Veneto Luca Zaia, in una intervista a La Stampa in cui afferma di essere “un difensore della vaccinazione volontaria”. Sulla Lega afferma che “abbiamo un elettorato di riferimento, dobbiamo portare avanti un’azione di lotta insieme a quella di governo. Per noi sono due componenti inscindibili, come due gemelli siamesi, uno non vive senza l’altro”. Sul green pass dice il governatore del Veneto che “per ora si è riusciti a gestire la situazione, anche se qualche problema sui tamponi c’è stato, visto che in Veneto abbiamo triplicato i test. Si tratta di capire se riusciremo a tenere questa velocità di crociera dalla prossima settimana. Resto convinto che i tamponi nasali fai da te siano una semplificazione importante, tanto più ora che sono stati riconosciuti dalle autorità regolatorie europee”.
Il rialzo dei contagi è legato all’aumento dei tamponi effettuati? “È chiaro – spiega Zaia – che, se passo da 40mila tamponi a 120mila tamponi al giorno, come avvenuto nella nostra Regione, è inevitabile trovare più positivi. Quello che conta è che non abbiamo un aumento dei ricoveri in ospedale e, da quel punto di vista, la situazione è sotto controllo. Detto ciò, non si deve abbassare la guardia, perché non si può escludere un colpo di coda del virus”.
Se non ci sarà, potremo chiudere lo stato di emergenza il 31 dicembre? “Dipenderà dall’andamento dei contagi e della campagna di vaccinazione: se il 31 dicembre fosse oggi, potremmo affrontare questo tema con serenità e chiudere definitivamente questa pagina. Poi, certo, avremo una fase di convivenza con un virus endemico, dovremo organizzare i richiami del vaccino, ma saremo fuori dall’emergenza”.
Sui vaccini afferma: “Premesso che io le mie 2500 prenotazioni al giorno ce le ho, va detto che non c’è posto al mondo in cui i cittadini vengono vaccinati al 100%. E ricordo che, quando abbiamo avviato la campagna, si parlava di un obiettivo del 70% della popolazione. Bisogna guardare in faccia la realtà: arriva il momento in cui si deve prendere atto che oltre una certa percentuale non si va”.
Continuano a esserci proteste contro il Green pass, da Trieste a Torino fino a Roma, la preoccupano? “Il diritto di manifestare va sempre garantito, ma non deve ledere la libertà altrui o trasformarsi in violenza. Credo che non possiamo uscire dal Covid con un conflitto sociale che si radicalizza. Serve un’azione pacificatoria, uno sforzo per abbassare i toni”.