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Covid, quarta ondata contagi. Germania, Austria, Danimarca: cosa fa Europa

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La quarta ondata di contagi covid non rallenta, la mappa dell’Europa è sempre più rossa. La Germania spinge per la terza dose e teme l’affollamento delle terapie intensive, mentre in Turingia sono a rischio le cure per i no vax. L’Austria vara il lockdown per i non vaccinati. La Danimarca valuta il ripristino del green pass, la Gran Bretagna archivia l’ennesima giornata con oltre 30mila casi. 

In Germania scatta l’allarme dopo il dato relativo a 37.120 contagi. Il paese si prepara a fronteggiare un aumento rilevante di ricoveri: nelle prossime due settimane, 400 pazienti verranno ammessi in terapia intensiva negli ospedali secondo le stime del ministro della Salute Jens Spahn. 

Già ora si sta procedendo ad un trasferimento di pazienti tra ospedali in alcune regioni a causa della mancanza di letti. “Se oggi abbiamo quasi 40mila infezioni, tra pochi giorni tra le 350 e le 400 persone tra quelle infettate verranno ricoverate nei reparti di urgenza”, ha avvertito. Per fronteggiare l’emergenza, la soluzione è accelerare con la campagna di vaccinazione e spingere per la terza dose generale. “La dose booster dopo sei mesi deve diventare la regola e non l’eccezione”, ha detto Spahn. 

Il quadro appare già compromesso nel Land della Turingia, che potrebbe non essere in grado di garantire cure adeguate ai non vaccinati. I letti di terapia intensiva saranno presto insufficienti perché troppe persone non vaccinate si ammalano gravemente di covid nella regione, come ha evidenziato il premier Bodo Ramelow. “Non saremo più in grado di garantire a chi arriva in ospedale da non vaccinato che verrà comunque curato qui”, ha dichiarato Ramelow, secondo quanto riporta la ‘Bild’. 

Le terapie intensive non hanno ancora raggiunto la soglia a rischio in Austria. Il paese, però, prova il dato quasi record di 9.388 contagi gioca d’anticipo con una sorta di lockdown per i no vax. Da lunedì 8 novembre solo i vaccinati o i soggetti guariti dal covid potranno accedere a ristoranti, hotel, eventi culturali e sportivi. E’ prevista una fase di transizione di 4 settimane, con una sostanziale libertà di movimento anche per chi ha ricevuto una sola dose di vaccino e può esibire un tampone negativo.  

“Nessuno intende dividere la società, ma è nostra responsabilità proteggere le persone”, ha dichiarato il cancelliere Alexander Schallenberg. “La situazione è eccezionale, l’occupazione delle terapie intensive sta aumentando molto più velocemente del previsto”. 

Per raggiungere il posto di lavoro, invece, è ancora prevista la terza opzione legata ad un tampone negativo. La mascherina Ffp2 sarà obbligatoria in tutti i negozi, i musei e le biblioteche. Il green pass sarà valido 9 mesi dopo la seconda vaccinazione: alla scadenza del certificato verde, servirà la terza dose di vaccino per mantenere valido il documento. Il vaccino monodose Johnson & Johnson garantisce il green pass solo fino al 3 gennaio 2022. 

A Copenhagen, dopo 2.598 contagi si alza l’allerta e le autorità sanitarie chiedono il ripristino del green pass mentre la situazione si complica negli ospedali, costretti a fare i conti in prospettiva anche con le conseguenze dell’influenza. L’aumento dei ricoveri renderà il carico difficilmente sostenibile tra dicembre e gennaio, in pieno inverno. 

Necessario, secondo i vertici della sanità, reintrodurre criteri selettivi per accedere a ristoranti, musei e altri luoghi chiusi. La Danimarca ha sollevato tutte le restrizioni contro il covid il 10 settembre, confidando sull’alto numero dei vaccinati e nella bassa circolazione del virus. Ma i casi hanno cominciato a risalire a metà ottobre. 

Anche l’Islanda cambia le regole per arginare l’impennata di casi: 164 in 24 ore, una cifra record. Da oggi, 6 novembre, sarà nuovamente obbligatorio indossare le mascherine nei negozi e comunque nelle situazioni nelle quali non può essere garantita una distanza di 1.5 metri. 

Poi, da mercoledì, saranno ammessi solo eventi con un massimo di 500 persone invece delle duemila attuali e i locali dovranno chiudere le porte due ore prima di quanto avveniva finora, alle 23, con i clienti fuori entro le 24. Tutti gli adulti over 16, inoltre, potranno fare la terza dose del vaccino: le autorità contano di richiamare circa 160mila persone entro la fine dell’anno. 

La Francia mette a referto 8.998 contagi. Da monitorare la situazione degli ospedali: i nuovi ricoveri negli ultimi sette giorni sono stati 1.889, 469 quelli in terapia intensiva di cui 353 in rianimazione. Il Parlamento di Parigi ha approvato l’estensione dell’uso del Green Pass fino al 31 luglio 2022. La versione definitiva del disegno di legge sulla ”vigilanza sanitaria” proposto dal governo è stato approvato con 118 voti favorevoli, 89 contrari e un astenuto. La disposizione era stata contestata dal Senato, che voleva il green pass in vigore solo fino al 28 febbraio. 

Non cambia nulla, almeno per ora, in Gran Bretagna. Da Londra arrivano le consuete cifre: 34.029 i contagi e 193 morti, mentre i nuovi ricoveri sono 1.072. Decessi e ospedalizzazioni sono in crescita rispetto alla settimana scorsa, rispettivamente del 12,3% e 3,5%, sottolinea il Guardian, riportando i dati delle autorità sanitarie. 

Intanto, secondo i dati dell’ufficio nazionale delle statistiche, nella settimana terminata il 30 ottobre, una persona su 50 aveva il covid nelle case in Inghilterra, un dato che corrisponde a 1,5 milioni di persone ed è lo stesso della settimana precedente. Si tratta di una stima pari a quella del picco della seconda ondata, ai primi di gennaio. In Galles il dato è di un contagiato su 40, in Irlanda del Nord è uno su 65 e in Scozia uno su 80. La stima riguarda la percentuale di persone positive a casa, senza tener conto di quando sono state contagiate, né se siano sintomatiche o no. 

“La solita brutta notizia dalla solita Gran Bretagna che facendo finta che la pandemia sia finita danneggia prima la propria popolazione, peraltro compiacente, e poi il resto del mondo, difficile e preoccupante pensare a qualcosa di ancora più contagioso, di questo passo..”, twitta Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza.
 

La Russia continua a viaggiare al ritmo di oltre 40.000 contagi e 1.000 morti al giorno. Gli effetti delle misure varate nei giorni scorsi, con un mini-lockdown a Mosca, ancora non sono pienamente evidenti. La situazione nella capitale, dopo l’aumento dei casi delle ultime settimane, si è “più o meno” stabilizzata, ha dichiarato il sindaco Sergei Sobyanin dopo i 10 giorni con regole più restrittive imposte dalle autorità per piegare la curva dei contagi.