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Super green pass Italia, tamponi: durata, lavoro, viaggi

Adnkronos
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Novità in arrivo per l’utilità e la durata dei tamponi con il Super green pass che prende forma in Italia da oggi, con le decisioni della cabina di regia e del Consiglio dei ministri. Il vaccino si avvia ad essere indispensabile per accedere a bar, ristoranti, cinema e palestre – forse anche in zona bianca – mentre i tamponi dovrebbero continuare ad essere sufficienti per recarsi al lavoro, salire su treni ad alta velocità e aerei. La durata del ‘responso’ negativo potrebbe inoltre scendere da 72 a 48 ore per il molecolare e da 48 a 24 per l’antigenico.  

In particolare i tamponi antigenici, quelli ‘rapidi’, sono al centro del dibattito scientifico per la loro attendibilità ‘relativa’. “I tamponi hanno una quota di falsi negativi del 30% e questo si sapeva. Ci pigliano, ma con una certa limitazione. Il 50% però mi sembra un po’ pessimistica come stima”, diceall’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’università Statale di Milano, dopo l’allarme seguito a uno studio pubblicato su ‘Future Virology’, secondo il quale in quasi un caso su due i test Covid-19 darebbero falsi negativi. 

“Si sa che la sensibilità dei tamponi antigenici, e il loro uso finalizzato a una discriminazione del rischio di essere infettati nel momento in cui li si fa, è una questione importante. Per valutare se una persona è sicura per 72, 48 ore o meno, questi tamponi non vanno bene, specie in una situazione come quella che stiamo vivendo ora”, spiega l’infettivologo Massimo Galli. 

Il tampone classico è “di maggiore garanzia. Ma la morale è che né l’uno né l’altro test possono essere considerati sostitutivi, un succedaneo accettabile del discorso vaccino e di cosa fare della profilassi”. Per un tampone antigenico rapido, continua, “è stimabile una validità nell’arco delle 24 ore o poco più. Ma in realtà non è una cosa che qualcuno abbia mai misurato con precisione. Stanno emergendo dei lavori che però non sono in grado di misurare quel tipo di durata. Il tampone classico, invece, identifica un’infezione anche con una carica virale molto bassa e in questo caso esclude dalla possibilità di contatti persone che possono avere anche un’infezione leggerissima, magari non in grado di infettare in quel momento, ma nei giorni successivi potenzialmente sì. Il tampone classico è di maggiore garanzia. Ovviamente c’è un problema di costi e necessità organizzative maggiori”. 

“Nell’ultimo mese, in particolare, vista l’enorme necessità di tamponi per ottenere il green pass, sul mercato sono entrati molti prodotti non particolarmente accurati. Già i tamponi rapidi avevano una capacità del 70% di identificare un soggetto infetto. L’estensione del numero di tamponi effettuati anche da persone non particolarmente esperte ha fatto sì che la sensibilità scendesse al 50-55%: l’efficacia del tampone equivale quasi al lancio di una moneta”, le parole di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, a Omnibus su La7.”In alternativa al vaccino utilizziamo uno strumento che fallisce una volta su due o una volta su tre”,.