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Fatati (Osservatorio Nestlé): “Italiani tutti chef ma con qualche chilo in più”

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“Poco coerenti, confusi e meno attenti allo stile di vita sano. L’ultimo anno ha stravolto le abitudini alimentari degli italiani. Con la pandemia” di Covid-19, “costretti in casa a causa del lockdown, i nostri connazionali si sono riscoperti tutti piccoli chef: compravano la farina e il lievito per fare pane, pizza, pasta fresca e dolci. Si sono dilettati in cucina, hanno acquistato grandi scorte che poi erano costretti a consumare, ma allo stesso tempo non praticavano alcuna attività fisica. Risultato? In quei lunghi mesi hanno preso qualche chilo di troppo. Un danno per la salute delle persone e per la salute dell’ambiente, perché avendo cucinato di più hanno anche consumato più risorse e, di conseguenza, inquinato molto. E una delle cause del diabete e dell’obesità è l’inquinamento atmosferico. Per questo motivo, quando parliamo di alimentazione sostenibile, dobbiamo pensare ad una sostenibilità a 360 gradi, quindi anche ambientale”. A dirlo è Giuseppe Fatati, presidente dell’Osservatorio Nestlé. 

“Il compito dell’Osservatorio Nestlé, che dal 2009, attraverso studi sviluppati con esperti e autorevoli istituti universitari, aveva contribuito a innescare processi per migliorare i comportamenti alimentari – spiega – sarà fondamentale nei prossimi mesi per capire se alcuni trend negativi avranno effetto di breve termine e se quindi, passato questo periodo di adattamento e grazie alla ripresa, gran parte delle precedenti abitudini alimentari positive riprenderà il suo corso”.  

Secondo Fatati, “gli italiani conoscono bene la dieta mediterranea, anche se solo il 56% del campione rispetta le linee guida Inran-Dieta mediterranea. Ma è come se, in quest’ultimo periodo, le conoscenze in questo ambito siano rimaste le stesse, mentre la realizzazione pratica fosse peggiorata. E’ dovere dell’Osservatorio Nestlé comunicare nuovamente e con forza l’importanza dell’alimentazione mediterranea, perché il trend di conoscenza e maggiore aderenza alle corrette abitudini alimentari venga recuperato nel prossimo futuro”.  

L’emergenza pandemica “ha assorbito tutta la nostra attenzione”, osserva ancora Fatati che aggiunge: “Abbiamo pensato solo al Covid, ma non al post-Covid. Anche dopo le riaperture c’è stata la grande euforia con il ‘tutti fuori’, abbiamo ripreso ad andare a pranzo e a cena al ristorante. Impossibile però stare attenti all’alimentazione quando si mangia di nuovo fuori di casa, dopo un lungo periodo di isolamento”.  

I nuovi studi evidenziano la necessità di una “svolta nelle abitudini alimentari ereditate dagli ultimi mesi. Il ruolo dell’Osservatorio Nestlé assume, in questo periodo, un’importanza fondamentale”, rimarca lo specialista. Ma per tornare a uno stile di vita corretto, conclude, bisogna “far passare il messaggio che la dieta mediterranea non è sinonimo di restrizione, ma vuol dire attenzione per l’alimento visto come un momento importante di convivialità, salute e cultura nella nostra quotidianità. Occorre far capire agli italiani che è necessario spostare l’attenzione dalla quantità alla qualità”.