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Vaccino 5-11 anni in Italia, ok dell’Ema: quando arriva

Adnkronos
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Vaccino covid Pfizer nella fascia 5-11 anni anche in Italia, arriva l’ok dell’Ema. Da quando si potrà fare? Sarà obbligatorio? Premesso che, secondo l’agenzia europea del farmaco, i benefici superano i rischi, la dose che sarà somministrata sarà inferiore a quella utilizzata nelle persone di età pari o superiore a 12 anni (10 microgrammi rispetto a 30 µg). Come nel gruppo d’età più avanzata, il vaccino viene inoculato con due iniezioni nei muscoli della parte superiore del braccio, a distanza di 3 settimane l’una dall’altra.  

Da quando
 

“Per i primi di dicembre sarà disponibile il vaccino per la fascia di età 5-11 che per ora non è coperta e per la quale, sottolineo, al momento non è previsto Green pass o altro obbligo”, ha affermato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. 

“Avere il vaccino disponibile tra i 5 e gli 11 anni – ha sottolineato – è una possibilità che viene offerta per garantire sicurezza a questa fascia di età. Bisogna vaccinare i bambini perché – ha ammonito – se si ammalano c’è il rischio che abbiano complicanze che durano nel tempo, alcune reversibili altre purtroppo più o meno reversibili. Questo è il Long Covid” che “purtroppo si verifica anche nei bambini con una percentuale che dagli studi scientifici è impressionante: anche del 10-12%. Il che significa – ha insistito il sottosegretario – che su 100 bambini che si infettano con il Covid, 12 potrebbero avere dei sintomi di Long Covid che possono interessare vari organi e apparati: sistema nervoso centrale, cuore. Si parla tanto di miocarditi e pericarditi per il vaccino, ma nel bambino si possono avere miocarditi e pericarditi per colpa del Covid e rimangono anche dopo che hai passato il Covid. Attenzione – ha concluso Sileri – perché oggi è quello il grosso problema: vi è una pandemia nella pandemia che è la gestione delle complicanze che il Covid dà. Ecco perché è importante la vaccinazione”. 

Obbligo
 

Nessun obbligo di vaccino e di Green pass per i bambini dai 5 agli 11 anni dopo l’ok dell’Ema e dell’Aifa al vaccino anti-Covid per i più piccoli. E’ quanto è stato deciso nel corso della cabina di regia tra il premier Mario Draghi e i capi delegazione delle forze di maggioranza. Quindi nessun obbligo ma una campagna di sensibilizzazione per tranquillizzare le famiglie.
 

Efficacia
 

Il vaccino anti-Covid di Pfizer/BioNTech ha avuto un tasso di efficacia del 90,7% nella prevenzione dell’infezione sintomatica fra i bimbi dai 5 agli 11 anni. I risultati dello studio di fase 2/3 sul vaccino anti-Covid di Pfizer-BioNTech nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni sono stati pubblicati sul ‘New England Journal of Medicine’. “In questo studio multifase – twitta il ‘Nejm’ ricordando i risultati del trial – 2 dosi da 10 microgrammi”, un terzo del dosaggio approvato per i più grandi, “del vaccino BNT162b2, somministrate a 21 giorni di distanza, si sono rivelate sicure, immunogeniche ed efficaci al 90,7% contro Covid-19 in bambini di età compresa tra 5 e 11 anni”.  

Il parere del pediatra
 

“In Italia i bimbi di età compresa fra 5 e 11 anni sono 3,6 milioni. Se si vaccinassero tutti”, quando il vaccino anti-Covid sarà approvato per loro anche nel nostro Paese, “in base ai dati scientifici disponibili si eviterebbero 51mila casi di coronavirus 1.450 ricoveri in reparti ospedalieri ordinari e 400 in terapia intensiva. Inoltre, si eviterebbero 12 decessi”. A calcolare per l’Adnkronos Salute i benefici che produrrebbe immunizzare gli under 12 contro il coronavirus pandemico è Italo Farnetani, professore ordinario di pediatria della Libera Università Ludes di Malta. 

Il medico definisce la profilassi anti-Covid “una vaccinazione anti-Dad”, oltre che uno ‘scudo’ contro infezioni, ricoveri e morte. “Perché vaccinando l’intera popolazione fra 5-11 anni – prospetta ancora Farnetani – a scuola si eviterebbe la quarantena per 8.500 classi”, alle quali verrebbe appunto risparmiata la didattica a distanza. 

Dopo il via libera degli Stati Uniti al vaccino di Pfizer/BioNTech nei 5-11enni, il pediatra esprime “la speranza che anche in Europa venga autorizzata la vaccinazione”. Di più: “Io auspico che le vaccinazioni siano obbligatorie. E pensando ai benefici a livello di prevenzione – osserva Farnetani – credo che questi vantaggi”, stimabili fin d’ora in casi, ospedalizzazioni, decessi e Dad evitati, “rappresentino una motivazione forte in più”.