“Non vogliamo il voto anticipato”, ha chiarito ieri Enrico Letta dopo alcuni giorni di rumors attorno alle intenzioni del segretario dem. Intanto però il Pd si prepara: anche andando a scadenza naturale, alle politiche manca poco più di un anno e mezzo. E si prepara a partire dall’analisi del voto alle ultime amministrative. E anche del ‘non voto’, visto che quasi uno su due non è andato al seggio. Il tema è stato affrontato oggi in un seminario a porte chiuse al Nazareno, organizzato da Gianni Cuperlo, a cui ha partecipato anche il segretario Enrico Letta.
Nel seminario si è analizzato l’elettorato secondo genere, età, titolo di studio, professione. Con diverse conferme, qualche dato nuovo e una possibile direzione di marcia. Il ‘buco’ nell’elettorato dem riguarda principalmente due categorie, come emerge dalle slides del seminario, elaborate da Ipsos: operai e casalinghe e la fascia d’età 35-49 anni. Il 18,4% dei giovani tra i 18 e 34 anni vota Pd. Un dato salito rispetto agli ultimi anni. “Sui giovani c’è stato un recupero parziale che mancava da tempo”, osserva Cuperlo parlando con l’Adnkronos.
Dato che però poi scende al 14,6 tra i 35-49 anni: la cosidetta Generazione X, quella dei nati tra gli anni ’70 e ’80 è quella che dà meno fiducia ai dem, mentre il partito che vota di più è la Lega. Poi il 18,9% nella fascia 50-64 anni e infine ci sono gli ultra 64enni, sono quelli che votano di più i dem: il 29,1%. Il Pd è il partito più votato in quella fascia d’eta.
A livello di titolo di studio il Pd è il più votato tra diplomati e laureati mentre Lega e Fdi tra chi ha un titolo di studio inferiore. Altro dato, già noto, la maggiore forza del Pd nelle città rispetto ai centri più piccoli, al centro rispetto alle periferie dove però il dato dell’astensione è stato più alto. E’ stato analizzato il caso di Milano, qui alle amministrative il profilo di chi si è astenuto corrisponde a una scolarità bassa e prevale tra dipendenti e disoccupati.
Per quanto riguarda il voto diviso tra categorie professionali: qui le difficoltà dei dem sono molto evidenti tra operai e casalinghe. Solo il 9,1% degli operai vota Pd contro il 19,8 di Fdi e il 30,9 della Lega. “Sugli operai -commenta Cuperlo- dobbiamo rimettere al centro non una generica questione sociale ma concretissimi bisogni quotidiani che la pandemia ha già esasperato”.
Chi è che invece vota di più il Pd? Due estremi: studenti e pensionati. Il 39,3% degli studenti vota Pd contro il 20,7 di Lega e appena il 9,4% di Fdi. Mentre tra i pensionati il 31,9% sceglie i dem, segue Fdi con il 18,5%. Altra categoria in cui il Pd batte gli altri partiti è quella di impiegati e insegnanti. Per quanto riguarda le altre forze politiche la Lega è votata soprattutto dagli operai e dalle casalinghe. Fdi dagli autonomi, mentre i 5 Stelle dai disoccupati e Forza Italia tra gli imprenditori.