“Per i pazienti con emofilia e per le loro famiglie l’idea di organizzare un viaggio poteva essere molto stressante fino a qualche anno fa. La frustrazione che si provava quando un’emorragia spontanea improvvisa faceva sfumare mesi di preparativi era davvero difficile da sopportare. Molti pazienti preferivano non viaggiare per non correre il rischio di organizzare una vacanza che sarebbe potuta saltare all’ultimo minuto. Fortunatamente la situazione oggi è molto diversa: le terapie di cui si dispone garantiscono una gestione molto più efficiente ed efficace, la rete internazionale di supporto ai pazienti portatori di questa malattia rappresenta una garanzia di sicurezza per chi viaggia”. A evidenziarlo durante il webinar ‘Ridisegniamo l’emofilia’ è Chiara Biasoli, dirigente medico dell’Unità operativa complessa di medicina trasfusionale dell’ospedale ‘Maurizio Bufalini’ di Cesena, membro del comitato medico-scientifico della Federazione delle Associazioni emofilici (FedEmo) e responsabile Centro Mec-Malattie emorragiche congenite della Romagna.
“Questo naturalmente – ha precisato – non significa che non vadano considerate alcune accortezze al momento di un viaggio: è importante avere con sé tutti i farmaci, i certificati e le informazioni burocratiche che possono essere utili in casi di urgenza e, se possibile, sarebbe meglio evitare le mete troppo isolate e prive di collegamenti rapidi con gli ospedali”.