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Variante Omicron Italia, Pregliasco: “Decisioni spiacevoli per Capodanno”

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I contagi covid rischiano di aumentare a Natale, la variante Omicron è una minaccia: per Capodanno è legittimo ipotizzare una stretta con nuove regole e misure legate a “decisioni spiacevoli”, come dice il professor Fabrizio Pregliasco. 

“Ci dobbiamo preoccupare, preparandoci a scenari in considerazione di quello che si verificherà” sotto Natale, “tra feste, baci e abbracci, disattenzione, abitudine al rischio. Questo porta ad un’onda che dobbiamo prevedere e dobbiamo farlo con una tempistica che ci permetta di agire prima che i buoi fuggano dalle stalle. Non sarà facile perché le decisioni che dovranno essere prese potranno essere un po’ spiacevoli, soprattutto per gli effetti che potranno avere sul Capodanno”, dice il virologo, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, intervenuto a ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus.  

“Io non credo che riusciremo ad azzerare, ma a mitigare, a schiacciare la curva, per fare in modo che non sia un picco, ma una collina, che preveda quantomeno un arrivo scaglionato dei casi negli ospedali”, afferma. 

L’idea di ulteriori decisioni in chiave anti-Covid “è un qualcosa che in questo momento non è piacevole, verranno fuori le polemiche sul fatto che le filiere del turismo e dei servizi ci rimetteranno tanti soldi. Dunque saranno momenti difficili, perché c’è la stanchezza, c’è la voglia di uscire”, aggiunge. 

Ma c’è la variante Omicron di Sars-CoV-2 a fare da leva ai contagi e quindi ad alzare il livello d’attenzione. “Sembra abbastanza chiaro che Omicron sia molto più contagiosa della Delta. Quanto possa sfuggire ai vaccini è da confermare. Uno studio australiano dice che con la terza dose la protezione torna a buoni livelli, ma bisogna valutare la cosa step by step”.  

Omicron, aggiunge, “preoccupa, non abbiamo ancora certezza. Dobbiamo partire dal presupposto che il Covid circola e ogni contatto interpersonale può essere a rischio, dobbiamo gestirli in modo da far sì che non si esageri. E poi la vaccinazione, che è ciò che dobbiamo fare”.