Sintomi lievi, simili a volte a quelli di un raffreddore. La variante Omicron si diffonde, i contagi aumentano. Molti soggetti, però, sembrano mostrare una forma lieve covid, soprattutto se paragonata a quella causata dalla variante Delta. Negli Stati Uniti, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno segnalato anche un aumento dei casi di influenza: il rischio di confondere i sintomi, quindi, aumenta e un tampone diventa determinante per stabilire la causa e distinguere il SARS-CoV-2 dai virus che possono causare altri virus stagionali.
Il professor Tim Spector, scienziato di riferimento dell’app ZOE COVID molto nota nel Regno Unito, a Newsweek ha tracciato un quadro della situazione: “E’ chiaro al momento che se ci soffermiamo su aree con alto tasso di contagi Omicron, ma anche a livello nazionale, vediamo un quadro in cui non dominano i classici sintomi covid”.
Sulla base di casi covid registrati a Londra tra ottobre e dicembre, i sintomi più comuni riportati e archiviati dall’app sono stati naso che cola, mal di testa, stanchezza, starnuti e mal di gola. Sintomi, insomma, associabili ai malanni non-covid accusati in ogni paese da milioni di persone, in particolare tra i bambini nel periodo invernale e primaverile. Il recupero dalle comuni malattie da raffreddamento avviene nel giro di 10 giorni, secondo i CDC. Le persone immunodepresse o affette da asma e patologie respiratorie, però, rischiano di arrivare a sviluppare malattie più serie, come la polmonite.