“Non sono vaccinato”. Novak Djokovic, nella notte tra il 5 e 6 gennaio, all’aeroporto di Melbourne ha risposto alle domande dei funzionari che hanno annullato il suo visto per l’ingresso in Australia. I dettagli delle dichiarazioni del tennista serbo emergono dopo la decisione del giudice Anthony Kelly, che ha accolto il ricorso dell’atleta: Djokovic può rimanere in Australia, sebbene rischi l’espulsione per un’eventuale decisione del ministro dell’Immigrazione.
Il quotidiano Sydney Morning Herald riporta in maniera dettagliata le risposte fornite da Djokovic alle domande dei funzionari della Border Force. “Sono un tennista professionista e la ragione principale per cui sono venuto in Australia è la partecipazione all’Australian Open a Melbourne, Victoria. Non sono vaccinato. Ho avuto il covid 2 volte. L’ho avuto a giugno 2020 e l’ho avuto recentemente. Sono risultato positivo il 16 dicembre 2021, ho i documenti che lo confermano. Se volete, posso fornirli”, le parole del 34enne di Belgrado nel colloquio iniziato alle 00.21 del 6 gennaio”.
Nel corso della notte, gli elementi forniti dal tennista non si rivelano sufficienti. Vengono richieste ulteriori informazioni a stretto giro. “Quindi, mi state dando 20 minuti per cercare di fornire informazioni di cui non dispongo? Alle 4 del mattino? Mi state mettendo in una posizione assurda, alle 4 del mattino non posso chiamare il presidente della federazione australiana, non posso contattare nessuno del governo dello stato di Victoria. Non so cos’altro potrei dirvi, tutto quello che mi hanno chiesto di produrre è qui. Sono arrivato all’1 di notte, non so cos’altro potrei fare in questo momento”. Il botta e risposta prosegue fino alle 8.30 di mattina. “Ho capito che annullerete il mio visto, è ovvio. Cosa significa? Andrò in un hotel? In un covid hotel?”. Al tennista viene spiegato che risiederà al Park Hotel, la struttura che ospita persone in attesa di una decisione relativa all’ingresso nel paese.