Ben venga l’obbligo del Super green pass per entrare in bar e ristoranti, sia per la consumazione al banco che per quella al tavolo, al chiuso e all’aperto, se serve a evitare nuove chiusure dei locali. A dirlo all’Adnkronos è il presidente di Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, nel primo giorno di entrata in vigore delle misure. “L’alternativa a questi provvedimenti – osserva – sarebbe stata la chiusura delle attività. Per cui, se evitano l’aggravamento della situazione e regole ancora più drastiche, li accogliamo, sperando che possano portare dei risultati nel lungo termine”.
“Sicuramente – rimarca Stoppani – le misure pongono un problema di tipo organizzativo” ma “il governo è stato chiarissimo sulle regole”. Semmai, evidenzia, “avremmo voluto non avere l’obbligo di fare i controllori della situazione ma se questa concessione rischiava di indebolire il provvedimento lo accettiamo con senso di responsabilità”. Del resto, conclude, “questi provvedimenti mirano a migliorare la situazione, quindi ben vengano”.
“Noi di Fipe vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno e allora pensiamo che comunque da oggi abbiamo sempre 46,5 mln di italiani muniti di green pass e che quindi potranno consumare nei nostri locali e che quindi potremo restare aperti e lavorare” dice, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Luciano Sbraga, vice direttore di Fipe Confcommercio.
“Oggi – spiega – considerando la fascia di età tra i 20 e i 69 anni ci sono in Italia 5,3 milioni di persone che non possono consumare in bar e ristoranti, né all’interno né all’aperto. Considerando per queste persone la frequenza di consumo che si applica normalmente, possiamo dire che c’è una potenziale mancata domanda di 28-30 milioni di euro al giorno: 3 milioni per la colazione del mattino, 11 milioni per il pranzo al lavoro (panino, piatto caldo, ecc.), e circa 14 milioni per la cena della sera. Quindi abbiamo in pratica per bar e ristoranti una perdita potenziale di incassi di 28-30 milioni di euro al giorno”.