Il 60% delle società a livello globale utilizza sistemi di intelligenza artificiale, nonostante una certa incertezza sul funzionamento dei processi decisionali dell’Ia e una grande preoccupazione sulle conseguenze delle azioni e delle omissioni dell’Ia. Stando al sondaggio condotto online alla fine del 2021 da Dentons, uno dei maggiori studi legali a livello globale, il 48% delle aziende, inoltre, è invece all’inizio del percorso di inserimento di sistemi basati aull’Intelligenza artificiale mentre il 12% è early adopter della nuova tecnologia. Il panel, composto da profili C-level di oltre duecento società leader a livello globale, è stato chiamato a esprimersi sul se e sul come l’intelligenza artificiale è utilizzata nel business e sui rischi e sulle opportunità dell’uso di questa tecnologia.
“Per l’intelligenza artificiale è un momento di grande sviluppo, che vede un numero sempre maggiore di imprese, in tutto il mondo, adottare questa tecnologia come parte integrante delle strategie di crescita del proprio business” commenta l’avvocato Giangiacomo Olivi, Co-Head of Europe Data Privacy and Cybersecurity, Intellectual Property and Technology di Dentons. “Per utilizzare al meglio l’intelligenza artificiale, con tutte le sue potenzialità” il legale segnala però che “non ci si può fermare ai benefici immediati: è necessario valutarne attentamente i rischi, affrontando e gestendo le problematiche che i sistemi intelligenti possono porre prima di tutto a livello di governance e compliance normativa, ma senza dimenticare l’aspetto etico”.
Il sondaggio, a cui ha contribuito anche quasi un migliaio di professionisti attraverso LinkedIn Polls, ha evidenziato che la consapevolezza dei molti vantaggi che possono derivare dall’uso dell’Ia – come, ad esempio, il risparmio di tempo dovuto all’automazione dei processi e la riduzione degli errori umani nelle attività di elaborazione dei dati – non ha ancora consentito di superare la preoccupazione sul rapporto tra l’Ia e, in particolare, il trattamento dei dati personali, la responsabilità per le azioni e le omissioni compiute dai sistemi intelligenti e, più in generale, la normativa applicabile.
La maggioranza dei partecipanti al sondaggio di Dentons si dichiara, infatti, preoccupata dall’incertezza sui criteri di attribuzione della responsabilità per le conseguenze che possono derivare dalle decisioni, ed eventuali omissioni, dei sistemi di Ia (80%) e considera la tutela dei dati personali come un’esigenza di primaria importanza (81%), anche se solo il 55% ha confermato di aver effettivamente implementato specifiche procedure interne di protezione dei dati, sia personali che non personali.
Oltre la metà degli intervistati (57%) ha, poi, dichiarato di temere le discriminazioni che possono derivare dalle decisioni dei sistemi intelligenti. Nonostante la consapevolezza dei rischi connessi all’uso dei sistemi intelligenti, solo il 19% delle società del panel ha già una strategia o segue una specifica roadmap per l’implementazione dell’IA e sta adottando dei presidi per assicurarne una gestione conforme al contesto normativo attuale. Molte società stanno, infatti, attendendo che sia il legislatore ad attivarsi per l’adozione di disposizioni specificamente dedicate all’IA, in particolare in materia di tutela dei dati personali (61%), protezione dei consumatori (52%), responsabilità penale (46%) e proprietà intellettuale (45%).
Olivi evidenzia che “in questo contesto è chiara l’esigenza di instaurare al più presto un dialogo costruttivo sulle azioni necessarie a tutelare tutti gli attori coinvolti – dagli sviluppatori alle imprese, sino ai clienti finali – dai rischi che possono derivare dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Nell’attesa di interventi specifici dei legislatori europei e nazionali, per non perdere le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale è necessario adottare da subito un approccio più consapevole, che non guardi solo agli obiettivi di business ma anche alle persone, integrando direttamente i principi morali nello sviluppo tecnologico verso quella che è già stata definita, e lo sarà sempre più, ‘algoretica’.
L’esito del sondaggio di Dentons sull’Ia fa parte della “Dentons Artificial Intelligence Guide” che fornisce una panoramica sullo ‘stato dell’arte’ in materia di intelligenza artificiale: sia descrivendo le iniziative adottate a livello normativo nei Paesi dell’Unione Europea e in alcune altre giurisdizioni come Canada, Cina, India, Israele e Stati Uniti, sia discutendo le problematiche sollevate dall’uso dell’Ia e le possibili strategie per mitigarle nell’attesa dell’intervento dei legislatori. Le tematiche affrontate includono contrattualistica, governance, proprietà intellettuale, responsabilità e tutela dei dati personali.