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Elezioni Quirinale, si vota per il Presidente della Repubblica

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(Adnkronos) – E’ il giorno delle elezioni al Quirinale con il primo voto del Parlamento in seduta comune, con il via previsto per le 15. Dopo ore di vertici e trattative per la scelta del prossimo Presidente della Repubblica ancora questa mattina i leader dei partiti si incontreranno per definire la strategia da adottare nel corso delle prime votazioni mentre va avanti il confronto sui nomi dei candidati. L’elezione in tempi di Covid ha portato a definire nuove regole sulle modalità di voto per i grandi elettori positivi.  

LETTA – Ieri sera, mentre Giuseppe Conte diceva ai grandi elettori grillini che i 5 Stelle non hanno preclusioni su un nome di centrodestra a differenza di Pd e Leu, Enrico Letta ha impresso un’accelerazione alla partita sul Colle. Parlando in tv da Fabio Fazio, il segretario dem ha posto in chiaro il tema della candidatura di Mario Draghi al Quirinale. Ha annunciato che vedrà oggi Matteo Salvini e che metterà al primo punto del colloquio un chiarimento proprio sulla figura del premier: “Voglio capire se le dichiarazioni fatte”, il no a Draghi al Colle, “siano ultimative oppure no”.  

E sul tavolo ha messo anche un altro punto all’odg: il Mattarella bis. “Per noi sarebbe l’ideale, parleremo anche di questo”. Letta ha preso l’iniziativa e si prepara all’incontro – forse decisivo – con Salvini mettendo pubblicamente sul tavolo le opzioni in grado di poter salvaguardare al meglio legislatura e governo, secondo i dem. Letta lo ha ripetuto anche ieri sera: “L’unica maggioranza che c’è, è quella che esprime il governo Draghi”. E solo da un accordo su un nome condiviso all’interno della maggioranza passa la possibilità di non far saltare tutto.  

Il no di Salvini a Pier Ferdinando Casini è stato letto come un possibile passo avanti verso Draghi da alcuni tra i dem. Sabato “è stata un giornata complessa per il centrodestra e capisco che ci sia bisogno di un’evoluzione” ma, ha detto Letta, “sono ottimista che troveremo nell’arco di 48 ore, massimo 72 ore una soluzione”. Intanto tra i parlamentari dem c’è forte il timore che fino a quelle 72 ore possa maturare uno scenario del tutto diverso. C’è il timore che il centrodestra avanzi un nome “insidioso” che possa mettere a rischio la tenuta dei 5 Stelle. 

Per Letta, Draghi è una “risorsa da preservare” e non si può “assolutamente” correre il rischio di perderlo sia al governo che al Quirinale.  

SALVINI – Ancora non c’è l’ufficialità, ma il centrodestra sarebbe orientato a votare scheda bianca oggi sul Colle. Ai giornalisti riuniti in piazza Montecitorio per tirare le fila della domenica di contatti, Matteo Salvini ha detto di non aver ancora deciso sul da farsi, ma lo stallo attuale per mancanza di nomi condivisi lascia intendere che si arriverà alla bianca al primo round. Oggi alle 10 Fdi riunirà parlamentari e delegati regionali, mentre all’ora di pranzo sarà la volta dei grandi elettori di Fi. Anche i ‘centristi’ della coalizione, da Coraggio Italia all’Udc, potrebbero presentare scheda bianca. Salvini ha assicurato che il ”centrodestra è compatto e voterà compatto dall’inizio alla fine”. 

Per Salvini “togliere Draghi da presidente del Consiglio sarebbe in questo momento pericoloso per l’Italia in un momento difficile. Con le bollette che stanno aumentando, con l’inflazione che sta galoppando….”. Draghi deve restare a Palazzo Chigi, ha ribadito il leader della Lega. ”Reinventarsi un nuovo governo daccapo – ha avvertito – penso che fermerebbe il Paese per giorni e giorni e la Lega non vuole questo”.  

Quanto a Pier Ferdinando Casini “non è una proposta del centrodestra” ha risposto il leader della Lega a chi gli chiedeva se nella rosa di nomi che proporrà al centrosinistra c’è anche quello dell’ex presidente della Camera. 

”Noi faremo una serie di proposte – ha spiegato ieri – Il centrodestra, che è maggioranza nel Paese ed è maggioranza relativa in questo Parlamento, ha il diritto e dovere di fare queste proposte, senza che nessuno metta dei ‘no’ pregiudiziali e ideologici, senza sapere nemmeno di chi stiamo parlando: donne e uomini di assoluto spessore. Ci sono, e faremo i nomi nelle prossime ore perché sto raccogliendo idee e proposte. E non ci sarà un nome imposto e proposto, ce ne saranno due, tre, quattro… Spero che dalla sinistra non arrivino no, no, no… Perché l’Italia merita una scelta veloce e condivisa e non merita confusione”. 

CONTE – Giuseppe Conte nella riunione con i grandi elettori M5S in vista del voto per il Quirinale ha parlato della candidatura di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, spiegando che “è una proposta che ho fatto ai leader di Pd e Leu. Non ha colori politici. Non può essere una candidatura di bandiera, è una personalità che ha onorato l’Italia. È una figura che possiamo offrire al dialogo con le altre forze politiche”.  

“Nel comunicato che abbiamo diffuso con Pd e Leu abbiamo detto che proporremo un tavolo con tutti i gruppi parlamentari. Riteniamo quindi non opportuno nelle primissime votazioni lanciare il nome di Andrea Riccardi. Proprio perché invitiamo altre forze ad un confronto, non è utile ‘bruciare’ subito la candidatura di Riccardi. Ragionevolmente” oggi, “riteniamo di dover votare scheda bianca, così che il confronto con le altre forze politiche possa proseguire”. “Il nome di Riccardi, che potrebbe avere una vis attrattiva, lo vorremmo proporre più avanti dopo aver avviato il confronto con le altre forze politiche”, ha sottolineato l’ex premier. 

RENZI – Ma Matteo Renzi non vede possibilità per il fondatore della Comunità di Sant’Egidio. “Andrea Riccardi è una persona straordinaria. Io credo che non abbia nessuna possibilità di essere eletto – ha detto a ‘Mezz’ora in più’ su Rai3 – I 5 Stelle lo vogliono come candidato di bandiera per stare sui giornali ma qui il punto è chi fa il presidente, non il candidato di bandiera”.  

“Casini sicuramente quando ha fatto il presidente della Camera lo ha fatto bene. Viene fuori sui giornali che è una delle personalità a cui si pensa” ha aggiunto il leader di Italia Viva. Quanto a Berlusconi, “io credo che abbia sbagliato a credere a quel suo inner circle che lo ha messo su una cosa che non stava né in cielo né in terra perché non aveva i numeri e meno che mai in questo momento. Chi gli voleva bene, lo doveva fermare. Il veto di Berlusconi a Draghi? Un po’ mi ha stupito”.  

Secondo Renzi o “si va verso un presidente che garantisce Draghi a Palazzo Chigi, perché nessuno si può prendere il lusso di perderlo, oppure l’alternativa è una scelta politica perché si va al Colle solo in virtù di un accordo politico”.