(Adnkronos) – Covid in Italia, il punto secondo Gimbe: contagi, morti, ricoveri. Nella settimana dal 19 al 25 gennaio, rispetto alla precedente, si registra una lieve diminuzione dei nuovi casi di Covid-19 (1.197.970 vs 1.243.789, -3,7%) e dei pazienti in terapia intensiva (1.691 vs 1.715, -1,4%), a fronte però di un aumento dei decessi (2.519, di cui 141 riferiti a periodi precedenti, vs 2.266, +11,2%) e dei ricoverati in area medica con sintomi (20.037 vs 19.448, +3%). Crescono anche gli attualmente positivi (2.689.262 vs 2.562.156, +5%) e le persone in isolamento domiciliare (2.667.534 vs 2.540.993, +5%), secondo il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe.
“Dopo 13 settimane consecutive di aumento – dichiara il presidente Nino Cartabellotta – sul fronte dei nuovi casi si registra una lieve flessione: 1,2 milioni, con una riduzione” appunto “del 3,7% rispetto alla settimana precedente, e una media mobile a 7 giorni che scende dai 178.332 casi del 19 gennaio ai 171.139 il 18 gennaio (-4%)”. Si assiste quindi a “un’iniziale discesa della curva nazionale, condizionata” però “da situazioni regionali molto eterogenee, da trend differenti per le varie fasce di età oltre che da una riduzione del numero di tamponi, sia antigenici che molecolari: in particolare, per questi ultimi, il tasso di positività è in lieve risalita”.
Crollo nuovi vaccinati in 7 giorni (-31%)
Crollo dei nuovi vaccinati contro Covid-19 negli ultimi 7 giorni. Nella settimana dal 19 al 25 gennaio sono stati 355.309, quasi il 31% in meno rispetto ai 514.324 della settimana precedente, sempre secondo la Fondazione Gimbe. Dei nuovi vaccinati, il 43,9% è rappresentato da bambini nella fascia 5-11 anni, in netta flessione rispetto alla settimana precedente (155.997, -35,6%). E nonostante la recente introduzione dell’obbligo vaccinale, i nuovi vaccinati over 50 scendono a 96.957 (-25,6%). In particolare, per questa fascia anagrafica la media mobile a 7 giorni dei nuovi vaccinati, dopo aver raggiunto il picco di 19.879 del 15 gennaio, è scesa a quota 13.851 il 25 gennaio. Nella fascia 5-11 anni, dopo il picco di 38.624 registrato il 9 gennaio, la quota di nuovi vaccinati si è stabilizzata per poi iniziare una discesa fino a 22.285 il 25 gennaio, “inevitabilmente legata anche al rinvio delle prenotazioni vaccinali degli studenti in isolamento”, analizza il report. In lieve, ma progressivo calo, sia la fascia 12-19 anni sia quella 20-49. Al 18 gennaio – evidenzia Gimbe – sono ancora 7,8 milioni le persone senza nemmeno una dose di vaccino: 2,58 milioni nella fascia 5-11 anni e 724mila della fascia 12-19, che influenzano la sicurezza delle scuole, oltre a 2 milioni di over 50 ad alto rischio di malattia grave, “il vero tallone d’Achille – avverte la Fondazione – che alimenta i ricoveri in area medica e in terapia intensiva”.
Gimbe: “Stop colori e tracing ma inaccettabili altre proposte Regioni”
“Bene il superamento del sistema dei colori e la sospensione del contact tracing. Inaccettabili” invece “la revisione delle misure inerenti la sorveglianza sanitaria e nelle scuole, l’isolamento dei lavoratori dei servizi essenziali e la classificazione dei ricoveri Covid”. Così la Fondazione Gimbe che, nel suo monitoraggio indipendente sull’andamento settimanale dell’epidemia di Sars-CoV-2, dedica un capitolo alle proposte di semplificazione rivolte dalle Regioni al Governo. Proposte avanzate “nonostante ci troviamo ancora in uno scenario caratterizzato da un’elevata circolazione del virus e da una forte pressione sugli ospedali, con pesanti ricadute sull’assistenza ai pazienti non Covid”, osserva Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe, e sulle quali la Fondazione ha condotto “un’analisi per valutarne la coerenza con le evidenze scientifiche e la fattibilità pratica”.
“Superamento del sistema a colori delle zone di rischio: proposta pienamente condivisibile”, secondo Gimbe, “per tre ragioni. Innanzitutto non sussistono attualmente differenze tra zona bianca e zona gialla, e per la zona arancione le (poche) regole restrittive si applicano esclusivamente alle persone non vaccinate; in secondo luogo, le Regioni possono aumentare il numero di posti letto Covid-19 per evitare zone dai colori più intensi, ma determinando conseguenze rilevanti in termini di mancata assistenza a pazienti con altre patologie; infine, è opportuno che siano le Regioni a istituire zone rosse, anche locali, in relazione alla circolazione del virus, al sovraccarico ospedaliero e ai ritardi delle cure in pazienti non Covd”.
Anche la “sospensione del contact tracing nell’attuale contesto epidemiologico di elevata incidenza per la variante Omicron, al fine di concentrare energie e risorse per un più efficace contrasto al virus”, a detta della Fondazione è una “proposta condivisibile perché, con l’attuale numero di positivi, il contact tracing non è sostenibile né fattibile, né contribuisce in maniera efficace a rallentare la crescita dei casi”.