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Quirinale 2022, ‘Berlusconi ripensaci’: la lettera-appello

Adnkronos
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(Adnkronos) – Silvio come back! Di fronte al balletto di questi giorni in Aula per le votazioni del Colle sono tanti gli azzurri che rimpiangono Silvio Berlusconi, si rammaricano per il suo ‘passo indietro’ e chiedono il suo ritorno in campo, anche alla luce della telefonata del disgelo tra il Cav e Mario Draghi di ieri. C’è chi considera tardivo questo rammarico, ma fatto sta che molti ora invocano il loro leader. Tant’è che è spuntato anche un documento-appello iniziato a circolare ieri tra i forzisti, e promosso da vari senatori e deputati, a cominciare da Cristina Rossello, commissario cittadino di Milano. ”Caro, Presidente, per tutte queste le rivolgiamo un ossequioso appello affinché accolga il nostro grido d’allarme e revochi la sua decisione di rinunciare a concorrere per la presidenza della Repubblica”, si legge nel testo.  

“Le chiediamo -è l’invito rivolto al presidente di Fi, ancora ricoverato al San Raffaele di Milano- con convinzione di tornare a battersi, esattamente come 28 anni 3 fa ed anche gli avversari dovranno riconoscere la incomparabilità di tutti i nomi in campo rispetto al suo. Dimostri ancora una volta come agisce un vero patriota, un grande statista italiano, mosso dall’interesse esclusivo e preminente della Nazione. Forza Presidente, siamo con Lei. Un gruppo di elettori del centro-destra”.  

“Egregio Presidente -è l’incipit della misisiva- assistiamo ormai da giorni al balletto quotidiano di schede bianche, elenchi di nomi di fantasia, caminetti, conclavi, terne, rose, veti e controveti, sulla pelle delle nostre istituzioni repubblicane. Un teatrino politicante che non fa che aggravare la frattura tra popolo e classe politica… Avevamo creduto fortemente nella sua candidatura alla presidenza della Repubblica come Le era stata proposta da tutti i leader dei partiti di centrodestra ed accolta con entusiasmo da ampie fasce della popolazione”.  

“Eravamo e siamo convinti -si legge ancora nel testo- che nessuno più di Lei abbia le caratteristiche adatte a rivestire la prima carica dello Stato. Le hanno affibbiato l’etichetta di personalità ‘divisiva’ poiché leader di partito, dimenticando strumentalmente che la maggior parte dei passati presidenti della Repubblica è stata scelta tra le file dei partiti politici e che chi varca le soglie del Colle si spoglia delle precedenti vesti per indossare la maglia della nazionale”.  

“Lei -si sottolinea- ha diritto di concorrere e di guidare questo Paese in quanto è l’uomo politico che nella storia della Repubblica ha conquistato più voti in assoluto. E’ stato più volte leader del G7, del G8 e del G20, tre volte capo del governo ed ultimo premier scelto dei cittadini con libere elezioni. Ideatore del bipolarismo e fondatore del centrodestra italiano che è stato ed è tuttora, a distanza di 28 anni, un forte argine allo strapotere, culturale oltre che politico, delle sinistre”.