(Adnkronos) – “Non bisognerebbe arrivare a queste cose, bisogna parlare, dialogare e ognuno deve potersi fare la propria vita”. Don Alexei Carpineanu, parroco della chiesa Santi Apostoli Pietro e Paolo a Como, parte della chiesa ortodossa russa del patriarcato di Mosca, condanna così gli atti di vandalismo ai danni di due ville di Vladimir Soloviev, presentatore tv e amico del presidente russo, Vladimir Putin, colpito dalle sanzioni per l’invasione dell’Ucraina. Ieri a Loveno di Menaggio, sul lago di Como, alcuni copertoni sono stati dati alle fiamme nella villa in ristrutturazione del conduttore e in un’altra villa a Pianello del Lario sono stati imbrattati i muri ed è stato gettato del colorante rosso nella piscina.
Ma gli atti di intolleranza non colpiscono solo il presentatore tv russo. “Purtroppo -dice il reverendo all’Adnkronos- stiamo registrando alcune brutte esperienze, alcune aggressioni. Io dico sempre di lasciare perdere e di non rispondere alle provocazioni. Da quando è iniziato il conflitto in Ucraina ci sono state delle tensioni”. In particolare, racconta, “ci sono stati episodi di aggressività da parte di ucraini che non vogliono che si parli russo, ma il russo è la nostra lingua comune”. Nella chiesa ortodossa russa sul lago di Como “ci sono ucraini di entrambe le parti, russi, bielorussi, baltici, moldavi, rumeni e tante altre nazionalità”, spiega don Alexei Carpineanu. Qualche episodio di intolleranza c’è stato anche da parte di cittadini italiani, ma “in realtà le persone sono sagge e gli italiani sono un popolo che ha accolto tante nazioni da tutto il mondo”.
Ai fedeli, continua, “dico che noi non possiamo cambiare il mondo con l’aggressività e invito a pregare per la pace. Nel nostro mondo ci sono il bene e il male e il vero campo di battaglia sono i nostri cuori. Dobbiamo essere in armonia, vivere in pace e nell’amore fraterno. Non bisogna lasciare spazio all’odio e chi fa questa guerra ne risponderà davanti a Dio. Noi -conclude- preghiamo per la pace e per le persone che soffrono a causa della guerra”.