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Medico Nemo Milano: “Da malati lezioni di vita, anche contro la guerra”

Adnkronos
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(Adnkronos) – “La pandemia ci avrebbe dovuto insegnare il valore della vita. Ma la guerra che ci sta circondando fa capire che veramente non abbiamo capito il senso delle cose. Tuttavia, i pazienti sono sempre pronti a lottare e quindi noi siamo al loro fianco”. Valeria Sansone, direttore clinico scientifico del Centro clinico Nemo di Milano, parla di loro – delle persone che si misurano ogni giorno con le difficoltà portate dalla convivenza con una malattia neuromuscolare – come un esempio. In un mondo che invece non ha raccolto le lezioni della pandemia e già si misura con un’altra crisi, un conflitto nel cuore dell’Europa. 

La riflessione del camice bianco arriva dopo il ringraziamento che l’arcivescovo Mario Delpini, in visita ieri al centro, ha rivolto ai sanitari. “Un momento intenso – commenta all’Adnkronos Salute – Al di là delle religioni, credo sia sempre un momento importante di profondità. E’ giusto che ognuno di noi si fermi, rifletta e trovi dentro di sé un senso della vita”, osserva. Ed è sul punto di commuoversi Sansone, pensando anche a quello che succede in Ucraina (il centro tra l’altro si è reso disponibile ad accogliere pazienti che dovessero arrivare dal Paese in cui infuria il conflitto), ma si emoziona anche nel ripensare ai momenti più bui della pandemia. “In questi due anni le cose sono state decisamente difficili – dice – però abbiamo avuto il supporto di tutte le associazioni, i pazienti sono stati molto responsivi e siamo riusciti a continuare senza mai fermarci. Sia nell’ambito clinico, seguendo le regole ministeriali di riduzione” delle attività “nei momenti in cui era necessario, ma non ci siamo mai fermati”.  

“La ricerca è andata sempre avanti – continua Sansone – abbiamo garantito la continuità delle visite a tutti i pazienti attenendoci a protocolli molto rigidi e scrupolosi, cercando di essere attenti anche alla fragilità dei nostri pazienti. Le associazioni ci sono state molto vicine e ci hanno permesso di integrarci e di restare legati anche con modalità da remoto che abbiamo avviato fin da subito, sia per l’aspetto psicologico che motorio, per consulenze a distanza, di supporto. E’ molto importante questo per i nostri pazienti, lo è sempre stato e lo è stato ancor più in questa fase che c’è stata”.