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L’ Inchiesta Tav sempre più un terremoto politico-giudiziario

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monnalisaIl terremoto politico-giudiziario parte giovedì da Firenze. E’ da lì che si spostano gli uomini del Ros e della Corpo Forestale dello Stato per andare a fare perquisizioni in mezza Italia. Al centro dell’indagine l’appalto per la costruzione del nodo fiorentino dell’Alta velocità. L’inchiesta coinvolge personaggi come l’ex governatrice dell’Umbria Maria Rita Lorenzetti ed Ercole Incalza, dirigente dell’unità di missione del ministero delle Infrastrutture. Insieme a loro, altre 29 indagati: ci sono dirigenti delle società che hanno vinto l’appalto, funzionari dell’Autorità di vigilanza sulle opere pubbliche, delle commissioni dei ministeri delle Infrastrutture e dell’Ambiente. Le 31 persone finite nell’indagine sono accusate a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione, truffa aggravata in danno di enti pubblici, frode nelle pubbliche forniture, traffico illecito di rifiuti, violazione delle norme paesaggistiche e abuso d’ufficio. Tra gli altri nel registro degli indagati sono finiti il presidente di Nodavia Furio Saraceno e l’amministratore di Italferr Renato Casale. L’indagine era partita nel 2010 dopo alcuni accertamenti svolti dalla Forestale che avevano fatto emergere l’esistenza di un consistente traffico di rifiuti speciali, smaltiti illegalmente, e la truffa ai danni della Rete Ferroviaria Italiana, per cui si configura anche l’ipotesi di infiltrazioni mafiose.

Secondo la ricostruzione fatta dai pubblici ministeri di Firenze – titolari dell’indagine sono il procuratore Giuseppe Quattrocchi, e i sostituti Giulio Monferini e Gianni Tei -, migliaia di tonnellate di rifiuti sarebbero stati smaltiti in maniera illecita: fanghi da far smaltire in maniera particolare che venivano invece fatti sparire come fosse argilla. Questo, secondo la ricostruzione dell’accusa, sarebbe stato possibile, grazie al parere di funzionari pubblici che, in cambio di favori e utilità, avrebbero stilato documentazione falsa. Scrivono i pm nel mandato di perquisizione che ” gli indagati avevano chiarissima percezione della natura del rifiuto di scarto che andranno a produrre ” . A Firenze è stata sequestrata la maxitrivella, ‘Monna Lisa’ che montata con materiale non affidabile secondo l’accusa stava scavando il tunnel di 7,5 km per il sottoattraversamento e i conci che secondo le indagini di Ros e Forestale, risultano ”prodotti in totale difformita’ rispetto ai requisiti di sicurezza conto la combustione e l’incendio con grave pericolo per l’incolumita’ delle persone se posati in opera”

Fonte Adn/Kronos

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