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Caricabatterie universale. Il prezzo che Apple paga alla concorrenza

Adnkronos
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Può un tweet spiegare più di tante parole? Sì, a volte capita. Quello della Commissaria Ue per la Concorrenza, Margrethe Vestager, datato 23 settembre 2021, racconta molto della battaglia per il caricabatterie universale, su cui oggi i negoziatori del Consiglio e del Parlamento europeo hanno trovato un’intesa. Una decisione che pesa soprattutto per Apple, affezionata alle sue prese prodotte e brevettate ad hoc.

Nel tweet si usava un registro di comunicazione diretto, con una Gif a mostrare due foto: nella prima la commissaria aveva in mano un groviglio di cavi, nella seconda un solo cavo, con le scritte before e after a suggellare il cambio di passo.

E’ un caso di scuola, in cui la concorrenza e la tutela del consumatore si scontrano contro una posizione dominante e arrivano a imporre un cambiamento che per il marchio fondato da Steve Jobs vuol dire una rivoluzione e anche una potenziale perdita di ricavi. Il mercato dei caricabatterie, già intaccato dall’arrivo massivo dei prodotti commerciali a soppiantare quelli originali, è destinato a rappresentare per Apple una voce in negativo nella casella del fatturato.

Passando dalla soluzione proprietaria, che si chiama Lightning, a una convenzionale porta USB-C, Apple perde parte del controllo sul mercato degli accessori, in cui finora i produttori hanno pagato una licenza, sottoponendosi a un processo di autorizzazione rigoroso per ottenere la certificazione da parte di Apple.

La società di Cupertino è comunque da tempo attiva nella ricerca di una soluzione e, secondo quanto riportato dalla stampa specializzata, sta già sperimentando l’introduzione sui prossimi modelli di iPhone di una porta USB-C, che potrebbe essere presente sui nuovi dispositivi a partire dal prossimo anno. Anticipando l’obbligo che con la nuova direttiva scatta a partire dal 2024, quando tutti gli apparecchi elettronici di taglia medio-piccola venduti nell’Ue dovranno essere dotati di una porta di tipo Usb-C, per evitare la moltiplicazione degli standard e dei caricabatterie, che genera montagne di spazzatura elettronica.

Serviranno tempo e soldi. E’ il prezzo da pagare alla concorrenza e alla tutela del consumatore. E anche Apple deve adeguarsi.