Comune di Firenze e Fiorentina insieme per insegnare ai bambini la cultura dello sport: e’ il filo conduttore di alcuni progetti presentati oggi in Palazzo Vecchio dal vicesindaco Dario Nardella, dall’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi, dall’ad della Fiorentina Sandro Mencucci, dal direttore de La Nazione Mauro Tedeschini e dalla responsabile dell’area giovani Uisp Firenze, Chiara Stinghi. La prima, e innovativa, iniziativa si chiama ‘In famiglia allo stadio’ con la quale si invitano gli studenti delle scuole secondarie di primo grado ad assistere, insieme a un genitore, alle partite della Fiorentina. In occasione delle rimanenti partite casalinghe in questa stagione, verranno riservati circa 500 posti in Curva Ferrovia. Il secondo progetto, ‘La Fiorentina che vorrei’, e’ un concorso letterario e grafico-pittorico rivolto agli studenti delle classi quinte delle scuole primarie e delle classi prime, seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado di Firenze. Entro il 30 aprile una giuria scegliera’ i vincitori e i loro elaborati saranno pubblicati sul quotidiano La Nazione. Per Mencucci ”sara’ bello e interessante vedere cosa pensano i giovani ragazzi fiorentini”. Inoltre, per il terzo anno consecutivo e’ attivo il progetto ‘Ultracorretto’: si tratta di un ciclo di incontri organizzato dall’assessorato all’educazione che comprende progetti e percorsi formativi per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. E quest’anno, da marzo a maggio, nella sala stampa della Fiorentina, si svolgeranno incontri con gli studenti per discutere sull’argomento del razzismo con alcuni calciatori della Fiorentina. ”Siamo tutti consapevoli – ha detto Nardella – che il calcio vive una crisi economica e culturale e ha bisogno di offrire modelli positivi. A Firenze siamo orgogliosi di questa sinergia tra la squadra di calcio e la citta”’. ”Se e’ possibile un calcio senza violenza, senza estremismi, senza assurde ed incomprensibili esagerazioni – ha aggiunto Di Giorgi – forse bisogna proprio ricominciare dai bambini, da chi e’ piu’ sensibile, dal nostro futuro, dai nostri modelli educativi”.