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Ucraina, ministro Politiche Informative: “Stile Zelensky funziona”

Adnkronos
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(Adnkronos) – Lo stile comunicativo del presidente dell’Ucraina Zelensky “è diretto, semplice ed efficace: lo si può chiamare ‘straigh forward’ (lineare, ndr) e questo, durante la guerra, per noi è decisamente un vantaggio”. A dirlo in un’intervista con l’Adnkronos è il ministro ucraino per la Cultura e le Politiche Informative Oleksandr Tkachenko che, analizzando pregi e difetti del suo Paese nella comunicazione durante il conflitto con la Russia, parte proprio dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. 

“La modalità di Zelensky non è cambiata con l’inizio della guerra su vasta scala. Il presidente ha sempre comunicato così, direttamente, anche sui canale Youtube -spiega Tkachenko- La sua tattica comunicativa è efficace, lui chiama le cose per quelle che sono e riesce a raggiungere i suoi obiettivi e aiutare gli ucraini”. Un esempio? “Sicuramente la candidatura all’Unione Europea -scandisce il ministro- è stato un suo grande risultato”. 

Sulle politiche del governo in merito alla comunicazione all’esterno, Tkachenko ammette che “uno dei problemi maggiori da combattere è la disinformazione da parte dei russi”, spiega. “Abbiamo delle istituzioni che si occupano specificamente della lotta alla disinformazione della Federazione Russa, cercano e mostrano le fake news. Anche i nostri politici, a prescindere dalle loro idee politiche, fanno lo stesso. Ovviamente il nostro presidente fa la sua parte in questo”. Il ministro fa un esempio della difficoltà incontrate: “Il ritardo sulle sanzioni nei confronti dei canali russi: ci abbiamo messo due mesi per convincere l’Unione Europea ad adottarle”. 

Secondo Tkachenko, infatti, l’Occidente è ancora molto, troppo influenzato dall’influsso della ‘disinformazia’ russa: “In Occidente molte persone che hanno occupato posizioni nel consiglio direttivo di varie aziende e partiti politici hanno promosso la propaganda russa”, osserva. “Ovviamente questo riguarda il discorso sulle armi che servono all’Ucraina”, affonda il ministro. Che argomenta: “In qualche modo si è pensato di poter rendere ‘democratica’ la politica della Russia. Questo un enorme errore, il fatto di pensare che non sia un dittatore”. 

Sulla gestione dei media in Ucraina dallo scoppio del conflitto, il ministro ricorda: “Il secondo giorno dopo l’invasione su vasta scala, sei canali si sono uniti in un unica maratona. Ognuno ha sei ore di spazio, e ogni giorno fanno a rotazione e tutti i canali mostrano in onda le stesse informazioni. Questo permette di acquisire più audience, ma anche di avere informazioni verificate e ufficiali, il che durante la guerra è importante. La programmazione viene trasmessa tramite canali satellitari anche in altri stati, arriva anche negli Stati Uniti. Abbiamo anche creato un canale di informazione in lingua russa”. Il nome è un programma, si chiama ‘Freedom’.