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Elezioni 2022. Sardine tornano in piazza

Adnkronos
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Nel 2019 l’obiettivo era arginare l’ascesa della Lega di Matteo Salvini alle regionali in Emilia Romagna. Oggi, con i sondaggi che attribuiscono al centrodestra di Giorgia Meloni un vantaggio quasi schiacciante sui competitor in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022, la posta in gioco è ancora più ambiziosa.

Dopo una lunga assenza dalle piazze (dovuta anche alla pandemia), il prossimo 10 settembre il movimento delle Sardine ritorna con un evento nazionale.

L’appuntamento è a Roma, in Piazza Santi Apostoli, alle 10: e sul web è già partita la campagna di crowdfunding per finanziare la manifestazione, mentre sui canali social del movimento è stata diffusa “l’agenda delle Sardine” – tra i punti: ius scholae e ius soli, abrogazione dei decreti Salvini, conferimento della cittadinanza italiana a Patrick Zaki, “riconoscimento identitario” per persone trans e “tutela storica, linguistica e culturale” di Rom e Sinti. Un’Italia a guida Meloni “tutelerebbe i ricchi ed emarginerebbe i deboli”, mette in guardia Mattia Santori, cofondatore delle Sardine, parlando con l’Adnkronos.

Gli fa eco il Comitato nazionale del movimento ‘ittico’: “Non ci si è visti nella piazze perché la pandemia non ce lo ha concesso ma le Sardine non si sono mai fermate: hanno continuato a lavorare, a prepararsi e a contrastare situazioni di diritti violati o non concessi. E in questa occasione, con una campagna elettorale lampo, vogliamo mettere l’accento proprio sul tema dei diritti”.

“Il grande problema di oggi è l’astensionismo, per questo vogliamo spiegare alle persone quanto è importante andare a votare. Il voto è l’unico strumento per far sentire nostra voce. A Roma – spiegano – parleremo di diritti, attualmente facciamo rete con realtà che si occupano di diritto al lavoro, allo studio, dei diritti della comunità Lgbt”.

A chi gli chiede se una eventuale vittoria del centrodestra di Meloni rappresenti un pericolo per la democrazia in Italia, le Sardine rispondono: “Se vince la destra è indubbio il rischio di un pericolo democratico. Sul tema dei diritti sappiamo bene come la pensano i partiti di quella coalizione. D’altro canto – rispondono le Sardine – siamo consapevoli che anche il centrosinistra è diviso su questo argomento. Chiunque governerà il paese dal 26 settembre, deve sapere che questi temi vanno affrontati: non si potrà far finta che non ci siano”.

Secondo Santori, consigliere comunale a Bologna eletto con il Pd, un’Italia governata da Meloni “sarebbe un’Italia conservatrice, in cui si tutelano gli italiani, i ricchi, i ‘bravi’, i non deviati, mentre gli emarginati, le persone fragili, i diversi resterebbero emarginati. Ci verrebbe spiegato che non sono gli ultimi a meritare i diritti ma che siamo noi a non meritarci loro”.

Per Santori, “più che un pericolo democratico c’è una deriva democratica, con una politica che esclude invece che coinvolgere e una legge elettorale che favorisce la ripetizione degli schemi passati. Poi è indubbio che una vittoria di questa destra sarà un duro colpo ai diritti, motivo per cui è bene iniziare a creare dei presidi dal basso. Le Sardine sono una rete di persone, associazioni, gruppi di cittadini attivi. Una cerniera che cerca di ridurre il gap tra politica e vita reale delle persone. Che fin dalla nascita di questo movimento chiedono un maggior coinvolgimento del civismo. Meloni, Salvini, Berlusconi sono solo la punta dell’iceberg di una destra incapace di affrancarsi dal populismo”, conclude.

(di Antonio Atte)