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Consulta. Successione ad Amato: Sciarra, De Pretis o Zanon?

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La Corte costituzionale si riunirà domani in camera di Consiglio a Palazzo della Consulta per eleggere il nuovo Presidente che succederà a Giuliano Amato, alla guida della Corte dal 18 settembre 2021. Ma è rebus per la successione. In lizza sono infatti i tre vicepresidenti Silvana Sciarra, Daria De Pretis e Nicolò Zanon, tutti con la stessa anzianità di mandato, che è l’unico possibile criterio automatico per la nomina, in alternativa a quello legato al profilo individuale. Vicepresidenti dal 29 gennaio 2022, i tre hanno infatti giurato come giudici della Corte costituzionale l’11 novembre 2014.

Il plenum formato dai 15 giudici della Corte stavolta sceglierà dunque in base al profilo individuale dei tre papabili, verosimilmente una delle due donne, senza tassatività sul criterio anagrafico esattamente come avvenuto per la nomina a presidente di Marta Cartabia (eletta l’11 dicembre 2019). Tra i 15 giudici della Corte che dovranno esprimere la loro preferenza, una new entry: il professor Marco D’Alberti, nominato giudice costituzionale dal Presidente della Repubblica il 15 settembre al posto di Amato, che domani mattina giurerà al Quirinale (previa convalida dei titoli di ammissione da parte della Consulta, in programma oggi stesso).

Nella partita fra Sciarra (professoressa ordinaria di diritto del lavoro, nata a Trani il 24 luglio 1948, ed eletta alla Corte dal Parlamento il 6 novembre 2014), De Pretis (professoressa ordinaria di Diritto amministrativo, nata a Cles il 31 ottobre 1956, nominata dal Presidente Giorgio Napolitano il 18 ottobre 2014) e Zanon (professore ordinario di diritto costituzionale, nato a Torino il 27 marzo 1961 e nominato alla Corte dal Presidente della Repubblica Mattarella il 18 ottobre 2014), il futuro presidente della Corte (che teoricamente può stare in carica per tre anni ed essere rieletto) guiderà la Consulta per poco più di un anno, poiché la scadenza del mandato novennale di giudice comporta la cessazione di ogni funzione. (di Roberta Lanzara)