di Elisabetta Failla
Guardare la bellezza della realtà che ci circonda con occhi diversi interagendo con essa attraverso dettagli, giochi di luci di specchi, colori e prospettive. Questo è l’invito di Olafur Eliasson, uno dei più originali e visionari artisti contemporanei, la cui poliedrica produzione ha abbracciato nel corso della sua carriera installazioni, dipinti, sculture, fotografia e immagini in movimento.
Nel tuo tempo è la più grande mostra realizzata in Italia dedicata a questo artista che vede il coinvolgimento di tutti gli ambienti rinascimentali del palazzo che ospitano le sue opere esposte da domani 22 settembre fino al 22 gennaio prossimo a Palazzo Strozzi a Firenze.
Una grande esposizione composta da circa venti installazioni, alcune realizzate per questa occasione, che si estende non solo nel cortile e nel piano nobile dell’edificio ma anche nella Strozzina dovee si trovano opere virtuali.
Curata da Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, la mostra è il risultato del lavoro diretto dell’artista sugli spazi di Palazzo Strozzi con installazioni storiche e nuove produzioni, che ne sovvertono la percezione, impiegando l’edificio stesso come strumento per creare arte. Il palazzo rinascimentale diviene infatti un corpo dinamico in cui elementi architettonici come finestre, soffitti, angoli e pareti diventano protagonisti attraverso interventi che utilizzano luci, schermi, specchi o filtri colorati.
Eliasson presenta così una pluralità di possibili narrazioni con l’obiettivo di una nuova consapevolezza dello spazio da parte del pubblico. Oltrepassando i confini e i limiti fisici di uno spazio, la mostra vuole mettere in discussione la distinzione tra realtà, percezione e rappresentazione. La volontà è quella di mettere in relazione l’artista, Palazzo Strozzi e il visitatore che si trasforma in un viaggiatore alla ricerca di nuove visioni dello spazio che lo circonda.
“Palazzo Strozzi torna al contemporaneo con Olafur Eliasson: Nel tuo tempo, la prima grande mostra mai realizzata in Italia su uno dei più originali e visionari artisti contemporanei, proseguendo così la nostra serie di esposizioni dedicate ai maggiori protagonisti dell’arte del presente» – dichiara Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra – Nel 2015 Olafur visitò per la prima volta gli spazi di Palazzo Strozzi e rimase colpito dalla architettura rinascimentale, cominciando così una lunga conversazione tra lui e il palazzo quattrocentesco, un dialogo complesso il cui senso si riassume nella esposizione odierna”.
“Nel tuo tempo è un incontro tra opere d’arte, visitatori e Palazzo Strozzi – dichiara Olafur Eliasson – Questo straordinario edificio rinascimentale ha viaggiato attraverso i secoli per accoglierci qui, ora, nel ventunesimo secolo, non come semplice contenitore ma come co-produttore della mostra. Non è solo Palazzo Strozzi ad aver viaggiato nel tempo. Come visitatore, ognuno di noi ha vissuto, con una relazione tra corpo e mente sempre diversa in modo individuale. Ognuno con le proprie esperienze e storie ci incontriamo nel qui e ora di questa mostra”.
Punto di partenza dell’esposizione è Under the weather (2022) (foto in alto) opera site specific inserita nel cortile di Palazzo Strozzi, costituita da una grande struttura ellittica di 11 metri sospesa a 8 metri di altezza, che crea agli occhi dei visitatori un effetto fatto di interferenze visive, simili allo sfarfallio di uno schermo.
L’installazione propone infatti ciò che è noto come effetto moiré che, in questo caso, viene impiegato per destabilizzare la rigida architettura ortogonale di Palazzo Strozzi, mettendo in discussione la percezione di struttura storica stabile e immutabile. Mentre i visitatori si spostano nel cortile l’installazione si trasforma continuamente ai loro occhi, interagendo con ciascuno individualmente. L’opera diviene così uno scambio tra il movimento di ogni visitatore che attiva l’opera e la sua personale esperienza visiva che la completa. La stessa forma ellittica sembra trasformarsi con la posizione di chi guarda, tanto che – da specifici punti di vista alle estremità del cortile – la struttura può apparire circolare, creando un’atmosfera ipnotica tipica di quell’ambiguità visiva che ha affascinato Eliasson per decenni e ispirato molte delle sue opere.
Al piano nobile di Palazzo Strozzi Eliasson dialoga con l’architettura utilizzando luci artificiali, ombre fugaci, riflessi, effetto moiré e colori intensi in modo che l’edificio da semplice contenitore diventi co-produttore delle opere, strumento creativo che interagisce con la percezione dei visitatori.
Nelle prime tre sale del Piano Nobile Eliasson si confronta con le finestre del palazzo giocando tra realtà e rappresentazione, presenza e assenza, in un alternarsi di luci, colori e ombre che le rendono scenografie teatrali o set cinematografici. Un invito dell’artista al visitatore-viaggiatore a percepire in modo nuovo l’architettura, destabilizzandone la comprensione tradizionale e consolidata. Le luci rendono visibili le irregolarità del materiale delle finestre e dei vetri: bolle, graffi, polvere ne evidenziano la matericità consentendo ai visitatori di prendere coscienza del vetro come membrana che separa l’interno dall’esterno. Questa superficie “mediatrice” ha una fondamentale funzione protettiva, ma consente anche la comunicazione visiva, evocando così le grandi vetrate gotiche e rinascimentali in cui la luce era interpretata come manifestazione visibile del divino e metafora di elevazione spirituale.
Due opere del percorso espositivo richiamano il tema del cerchio e dell’ellisse introdotto nel cortile. How do we live together (2019) è costituita da un grande arco metallico che invade in diagonale lo spazio di una sala in cui il soffitto è rivestito da
una superficie specchiante. Tramite un effetto di illusione tipico di Eliasson, utilizzato in celebri opere come The weather project (2003) alla Tate Modern, l’arco si raddoppia diventando un cerchio, una sorta di anello che unisce lo spazio reale con quello irreale. L’installazione Solar compression (2016) è costituita invece da un disco circolare sospeso, specchiante su entrambi i lati, in costante movimento, emanando dal suo interno una luce gialla che inonda l’ambiente. Quella stessa luce è alla base dell’installazione Room for one colour (1997 – vedi immagine sopra) dove in uno spazio totalmente vuoto la percezione degli spettatori è alterata dall’immersione nella luce di lampade monofrequenza che trasforma tutti i colori in sfumature di grigio, giallo e nero, accentuando tuttavia la percezione dei dettagli da parte degli spettatori.
Nel percorso, inoltre, si incontra un’opera iconica della carriera di Eliasson come Beauty (1993). L’installazione pone di fronte a uno spettacolare arcobaleno in cui fasci di luce bianca sono scomposti nei colori dello spettro visibile attraverso una cortina di nebbia. Questa apparizione è creata dalla luce proiettata, rifratta e riflessa dalle gocce d’acqua in cui il pubblico è chiamato a immergersi. A seconda dell’angolazione ciascuno ha infatti una visione soggettiva e personale: non ci sono due spettatori che vedono lo stesso arcobaleno.
Emblematico del lavoro di Eliasson e testimonianza della sua ricerca sulla visione come azione di frammentazione e complessità del pensiero è invece Firefly double-polyhedron sphere experiment (2020), grande poliedro di vetri colorati verdi, arancioni, gialli, ciano e rosa che nasce dall’interesse dell’artista per i temi della geometria e della luce. Nella stessa sala l’opera dialoga con Colour spectrum kaleidoscope (2003) grande caleidoscopio esagonale fatto di specchi dicromatici di vari colori. Come afferma Eliasson: “Icaleidoscopi giocano sul fatto che ciò che vediamo può essere facilmente disorganizzato o riconfigurato. Utilizzano un approccio ludico per mostrarci diversi modi di guardare il mondo; in questo senso potremmo dire che un caleidoscopio rappresenta una prospettiva diversa”.
La mostra poi continua nella Strozzina dove, oltre ad osservare altre tre opere dell’artista, è possibile provare l’esperienza di realtà virtuale – presentata per la prima volta a Firenze – Your view matter (2022), nuova opera dell’artista che utilizza la tecnologia VR per sperimentare la percezione umana nello spazio digitale. Indossando uno speciale visore il pubblico entra in un mondo digitale da esplorare, costituito da sei diversi spazi virtuali. Cinque di questi spazi prendono la forma di uno dei solidi platonici (il tetraedro, l’ottaedro, l’icosaedro, il dodecaedro e il cubo), il sesto ci conduce all’interno di un’immensa sfera.
La mostra Olafur Eliasson: Nel tuo tempo si inserisce all’interno della Florence Art Week, iniziativa promossa dal Comune di Firenze, in programma dal 16 al 24 settembre 2022.