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La Bocconi verso il rinnovo del cda, dal 1 novembre Billari rettore

Adnkronos
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(Adnkronos) – La Bocconi non è solo la principale università privata italiana, e una delle più prestigiose in Europa. E’ anche un importante snodo del sistema economico e produttivo, sia per la produzione scientifica sia per la formazione delle future classi dirigenti. Anche per questa sua centralità, ha bisogno di una governance attenta e sempre equilibrata nella composizione del Cda. Si va verso il rinnovo, con l’attuale board in carica per il quadriennio 2019-2022, e si sta lavorando per arrivare a fare scelte all’altezza delle attese. E che siano più condivise possibile.  

Dal 1 novembre sarà in carica il nuovo rettore, Francesco Billari, per il biennio 2022/24. E’ stato leader di un gruppo di ricerca presso il Max Planck Institute for Demographic Research di Rostock e direttore del dipartimento di Sociologia dell’Università di Oxford. Si è laureato, ovviamente alla Bocconi, nel 1994. Lo stesso anno in cui è diventato presidente Mario Monti. L’ex premier va verso i trent’anni di presidenza e c’è chi ipotizza che possa essere arrivato il momento di un passo indietro, per un avvicendamento anche nel suo ruolo.  

Lo Statuto dell’università prevede per il cda una composizione piuttosto articolata e attenta alle diverse rappresentanze istituzionali. L’indicazione del presidente del cda e di 9 membri su 19 spettano all’Istituto Javotte Bocconi Manca di Villahermosa – Associazione “Amici della Bocconi”, la fondazione dell’Università Bocconi e suo principale riferimento per le scelte strategiche e di governance. Completano il cda il Rettore pro-tempore; un rappresentante del ministero dell’Istruzione, università e ricerca; un rappresentante della Regione Lombardia; un rappresentante della Provincia di Milano; un rappresentante del Comune di Milano; un rappresentante della Fondazione Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde; tre rappresentanti della Camera di Commercio Industria e Artigianato e Agricoltura di Milano. Tutti i componenti il Consiglio, ad eccezione del Rettore, rimangono in carica quattro anni e possono essere confermati, anche in considerazione del loro prestigio e dei meriti acquisiti, in campo accademico e industriale, in Italia e all’estero.