(Adnkronos) –
I Paesi membri dell’Ue sono lontani dal trovare un accordo sul tetto al prezzo del gas naturale. Sul tema dell’energia, intanto, contatti tra il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
CONSIGLIO ENERGIA – Il tetto al prezzo del gas, in Ue, appare lontano nonostante 15 Stati, tra cui Italia e Francia, abbiano inviato una lettera alla commissaria all’Energia Kadri Simson chiedendole di studiare un price cap sul metano importato in Ue da tutti i fornitori, non solo su quello proveniente dalla Russia. “Non siamo neanche lontanamente vicini ad un consenso sul price cap”, spiega una fonte diplomatica Ue in vista del Consiglio Energia straordinario che si riunisce oggi a Bruxelles. Per la fonte, “è meglio concentrarci sulle cose che ci uniscono, non su quelle che ci dividono”.
Discutere di price cap, sostiene, è “uno spreco di tempo”, poiché alcuni Paesi sono nettamente contrari, dato che “siamo nazioni civili, affidabili e che rispettano lo Stato di diritto. Stiamo parlando della Norvegia: da un Paese civilizzato ad un altro, sarebbe molto strano fissare unilateralmente un price cap”. Non è, aggiunge, “il modo in cui facciamo affari: la Russia fa così”. Per il diplomatico, i 15 firmatari della lettera “sembrano avere idee diverse” su come esattamente strutturare il price cap.
Neppure su un price cap limitato al gas russo, secondo il diplomatico, sarebbe scontato trovare un accordo: “E’ difficile da dire, perché non se ne è discusso nelle ultime due settimane”. Ma gli Stati membri, osserva, hanno situazioni “molto diverse”, quindi “non sarà facile”. Anche se “non siamo contrari in linea di principio” ad un cap limitato al gas russo, dato che Mosca è un “partner inaffidabile” e “non civilizzato”, non è scontato che passi. E, anche se passasse, dal punto di vista pratico risulterebbe “abbastanza irrilevante”, dato che le importazioni di gas russo nell’Ue sono molto calate dopo il 24 febbraio 2022.
La situazione relativa agli elevati costi del gas naturale in Europa rimarrà “sfidante” per tutto il 2022 e anche “nell’inverno 2023-24, dato che i contratti a prezzo fisso firmati prima della crisi stanno scadendo e i fornitori offrono nuovi prezzi più elevati”, sottolinea la Commissione Europea, in un paper diffuso prima del Consiglio.
DRAGHI-MELONI – “La crisi energetica richiede da parte dell’Europa una risposta che permetta di ridurre i costi per famiglie e imprese, di limitare i guadagni eccezionali fatti da produttori e importatori, di evitare pericolose e ingiustificate distorsioni del mercato interno e di tenere ancora una volta unita l’Europa di fronte all’emergenza. Davanti alle minacce comuni dei nostri tempi, non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali”, le parole del premier Mario Draghi alla vigilia della riunione. “Nei prossimi Consigli Europei dobbiamo mostrarci compatti, determinati, solidali – proprio come lo siamo stati nel sostenere l’Ucraina”, conclude il presidente del Consiglio nella giornata caratterizzata anche da contatti con la leader di Fratelli d’Italia, Meloni.
“Di fronte alla sfida epocale della crisi energetica serve una risposta immediata a livello europeo a tutela di imprese e famiglie”, le parole di Meloni in una nota. “Nessuno Stato membro può offrire soluzioni efficaci e a lungo termine da solo in assenza di una strategia comune, neppure quelli che appaiono meno vulnerabili sul piano finanziario. Per questo l’auspicio è che nel Consiglio europeo sull’energia di domani, prevalga l’interesse comune e non quello particolare di qualche Stato membro”.
Sul piano dell’unità, a livello interno, si sente garantita? “Mi sento garantita”, risponde ai cronisti a proposito dell’appello all’unità da lei rivolto a tutte le forze politiche per quanto riguarda la crisi energetica.