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Governo e caro energia, Meloni si prepara a passaggio consegne

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(Adnkronos) – Il tema in cima all’agenda è sempre quello. Il nodo più intricato, che rappresenterà il banco di prova del prossimo esecutivo: il caro energia. Ed è proprio questo l’argomento al centro del colloquio di oggi alla Camera tra la leader di Fdi e premier in pectore, Giorgia Meloni, e il ministro della Transizione ecologica del governo Draghi, Roberto Cingolani. Un incontro che arriva dopo giorni di continui contatti tra la vincitrice delle ultime elezioni politiche e l’amministrazione uscente, nel segno di quella “transizione ordinata” più volte evocata da Meloni. Tant’è vero che la presidente di Fratelli d’Italia nel corso del faccia a faccia (svoltosi in un clima “molto positivo”) avrebbe manifestato il suo apprezzamento per la disponibilità di Cingolani a informare del lavoro svolto.  

Durante l’incontro, avvenuto negli uffici Fdi al palazzo dei gruppi, i due fanno il punto sul dossier energetico e “sulle dinamiche in discussione in sede europea per contenere il prezzo dell’energia”. Tema affrontato da Meloni su Facebook con un post: “La crisi energetica è una questione europea e come tale deve essere affrontata”, ricorda la leader di Fdi, che aggiunge: “Fratelli d’Italia e i Conservatori europei da sempre sostengono che il vero compito dell’Unione europea dovrebbe essere quello di gestire le grandi sfide continentali difficilmente affrontabili dai singoli Stati membri. Azioni di singoli Stati tese a sfruttare i propri punti di forza rischiano di interferire nella competitività delle aziende e creare distorsioni nel mercato unico europeo”. Meloni poi assicura: “Sosterremo in Europa ogni azione volta a contrastare i fenomeni speculativi e gli ingiustificati aumenti del costo dell’energia e appoggeremo ogni iniziativa condivisa di concreto aiuto a famiglie e imprese”. 

Più tardi, nel corso della registrazione della puntata di ‘Porta a Porta’, è stato lo stesso Cingolani a sottolineare come tra l’esecutivo uscente e quello entrante debba esserci “continuità” nella gestione del delicato dossier energia: “Mi sto impegnando fortemente per passare tutto quello che stiamo facendo anche al futuro governo, su questa cosa ci deve essere una continuità dell’Italia al livello internazionale nella speranza di non perdere neanche un giorno nel passaggio. Non si deve perdere nemmeno un giorno nel passaggio e ho trovato molta ricettività dall’altra parte”. 

E parlando del Pnrr anche il presidente del Consiglio Mario Draghi è tornato a chiedere coesione alle forze politiche: “Il Pnrr non è il Piano di un governo, ma di tutta l’Italia, e ha bisogno dell’impegno di tutti per garantirne la riuscita nei tempi e con gli obiettivi previsti. La politica italiana sa ottenere grandi risultati quando collabora – tra forze politiche di colori diversi, tra governo centrale ed enti territoriali”, ha detto il premier intervenendo alla Direzione nazionale antimafia ed antiterrorismo dove si è recato in visita nel pomeriggio. 

La giornata di Meloni è stata scandita anche dal dossier ucraino. Arrivando a Montecitorio, ai cronisti che le chiedevano un commento sull’indiscrezione del Times secondo la quale il presidente russo Vladimir Putin sarebbe intenzionato a effettuare test nucleari al confine con l’Ucraina, la leader di Fdi non ha nascosto la sua preoccupazione: “E’ una situazione molto complessa” che richiede “prudenza”. Nel pomeriggio, poi, la telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Nel corso della conversazione Zelensky si è congratulato con Meloni per la vittoria di Fratelli d’Italia alle elezioni politiche e “si è detto certo di poter contare su una proficua collaborazione con il prossimo governo italiano”, si legge in una nota di Fdi. Zelensky ha ringraziato, inoltre, “per il sostegno dell’Italia anche in merito al nuovo decreto sull’invio delle armi appena esaminato dal Copasir e ha formulato l’auspicio che Meloni possa recarsi quanto prima a Kiev”. 

Dal canto suo Meloni “ha ricordato la vicinanza che Fratelli d’Italia e i Conservatori europei hanno dimostrato nei confronti di Kiev fin dal primo giorno della guerra” e ha confermato il suo “pieno sostegno alla causa della libertà del popolo ucraino”. La probabile, futura inquilina di Palazzo Chigi ha inoltre ribadito “che la dichiarazione di annessione di quattro regioni ucraine da parte della Federazione Russa non ha alcun valore giuridico e politico” e ha sottolineato “il suo impegno per ogni sforzo diplomatico utile alla cessazione del conflitto”. Tra le tappe della giornata, anche il colloquio telefonico con Benjamin Nethanyahu. L’ex premier israeliano, ricandidato alle elezioni dell’1 novembre, si è congratulato con Meloni per il successo elettorale augurando un “rafforzamento della partnership” tra Fratelli d’Italia e il Likud.