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Il tetto ai contanti divide da sempre: lotta a evasione o più libertà?

Adnkronos
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(Adnkronos) – Mille, duemila, ora diecimila euro. Il tetto per l’utilizzo dei contanti è una misura che cambia continuamente, di governo in governo e di maggioranza in maggioranza, e che divide, da sempre. Portandosi dietro polemiche, mettendo uno contro l’altro chi sostiene che i pagamenti digitali siano l’unica arma per limitare il nero e contenere l’evasione fiscale e chi, al contrario, sostiene che sia necessario far circolare il contante per non penalizzare le transazioni indispensabili all’economia quotidiana, quella di tutti i giorni, e sostenere quindi i consumi.  

La proposta di legge per alzare a diecimila euro il tetto attualmente previsto a duemila euro è stata depositata dall’esponente leghista Alberto Bagnai e sostanzialmente avallata dal responsabile del programma di FdI, Giovanbattista Fazzolari: “L’aumento al tetto del contante è da sempre nel programma di Fratelli d’Italia, del centrodestra, lo faremo già nella prima legge di bilancio”, ha detto, aggiungendo che la misura “non ha alcun collegamento con la lotta all’evasione”.  

Questa impostazione riesce a riunire anche le forze dell’opposizione. Un’iniziativa che, se realizzata, “renderebbe più difficile controllare i flussi di denaro e favorirebbe, oltre all’evasione, il riciclaggio del denaro”, fa notare il senatore Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo del Pd. Ancora più esplicito il leader dei Cinquestelle, Giuseppe Conte: “Lo chiedo soprattutto ai giovani: a vostra conoscenza c’è qualcuno che gira con 10 mila euro in contanti? E se sì, è una persona onesta o una persona che è legata al malaffare. Stanno facendo un favore agli ‘spalloni’, quelli che vanno Oltralpe a portare i nostri soldi nei forzieri”. 

Uscendo dalla polemica politica, ci sono le parole scritte nel Pnrr e le valutazioni Bankitalia a dare sostanza al dibattito. Tra le strategie per contrastare l’evasione fiscale, nel Recovery plan è indicato il potenziamento dei pagamenti elettronici obbligatori, “anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti”. Bankitalia si è espressa in un paper dedicato, quando ha indicato in un aumento di 0,5 punti percentuali dell’economia sommersa le conseguenze della decisione del governo Renzi, nel 2016, di portare il tetto da mille a tremila euro. Fatte le dovute proporzioni, arrivare a diecimila euro vuol dire mettere in conto un aumento più consistente del nero.  

La misura resta controversa. Non a caso, negli ultimi 20 anni, dal 2002, il tetto è cambiato dieci volte, in un range compreso tra 12500 euro e mille euro. Oggi è a duemila euro, dal 1 gennaio sarebbe previsto un ritorno a mille euro. E, invece, risalirà ancora.