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Pd, Parisi: “Congresso vero, di scelta. Solo così si salva”

Adnkronos
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(Adnkronos) – “Quello che serve al Pd è un congresso vero, di scelta” con “un confronto limpido tra proposte nitidamente alternative”. Sarebbe “il primo vero congresso”. E il modo per costruire una “visione” da “offrire ai cittadini” come alternativa alla destra di Giorgia Meloni. Alla vigilia della Direzione Pd di domani sul percorso congressuale, Arturo Parisi dispensa riflessioni e consigli parlando con l’Adnkronos.  

Professor Parisi, basterà il congresso per ridare al Pd un senso e uno scopo? “No. Quello che serve al Pd sarebbe un vero Congresso, il primo: un Congresso di scelta. Guidato all’interno da quello stesso ‘Scegli’ che secondo Letta avrebbe dovuto portare alla vittoria il partito nella gara esterna con gli altri partiti. Uno ‘Scegli’, spero tuttavia rispetto a quello, più vero e credibile fondato su un confronto limpido tra proposte nitidamente alternative avanzate da proponenti altrettanto alternativi tra loro. Non la riproposizione dopo questa ‘sconfitta non catastrofica’ di quel ‘congresso costituente’ già vagheggiato e immediatamente dimenticato dopo la ‘non vittoria’ del 2013 e la ‘sconfitta più grande di tutti i tempi’ che Renzi avrebbe dovuto risanare con la sua fuoriuscita”. 

Lei ha fatto parte del comitato fondatore del Pd. Il progetto è ancora valido? “Diciamo che di un Partito che corrisponda a quel progetto che abbiamo chiamato Pd c’è più bisogno che mai. La democrazia ha ancora una volta superato, almeno formalmente, la prova che la chiama ad offrire una alternativa di governo al Paese. Ma per poter sopravvivere e crescere ha bisogno che il Governo abbia di fronte un partito maiuscolo guidato dalla stessa ambizione che Giorgia Meloni dice di nutrire, un partito guidato da una visione da offrire ai cittadini come alternativa per il futuro dell’Italia”. 

Parisi, dopo anni di governo, il Pd si ritrova all’opposizione. Un’opposizione fortemente divisa. Ha sentito ieri Renzi al Senato? A che gioco sta giocando secondo lei? “A quello che da tempo dichiara. Porsi come opposizione alternativa a quella rappresentata dal Pd e allo stesso tempo a quella rappresentata dal Movimento di Conte”.  

C’è il rischio di un’Opa ostile verso il Pd tra il Terzo Polo al centro e Conte che si è posizionato a sinistra? Come uscirne? “Di certo tra le diverse opposizioni esterne al campo del centrodestra si è avviata una competizione crescente per la guida del campo di opposizione al governo. È urgente che il Pd dimentichi o almeno governi la pretesa che la tenuta del secondo posto in classifica equivalga ad un mandato degli elettori a guidare l’opposizione, come ho sentito dire a Letta nell’ultima direzione”.  

“Immaginare che una mera e precaria prevalenza quantitativa possa bastare a dare fondamento a una pretesa qualitativa è una illusione che può solo alimentare ulteriormente il conflitto tra le opposizioni. Il tempo delle querce, dei fratelli maggiori, e dei posti a capotavola è oramai alle spalle. Così come l’insistere su una impostazione proporzionalistica che spinga ognuno a difendere e allargare con le unghie e con i denti la propria porzione”. 

Governo Meloni. Parisi, quale è la sua valutazione di questi primi giorni di avvio legislatura? “Diciamo pure prime ore. Se i primi cento giorni sono stati associati alla luna di miele, siamo ancora in piena festa di nozze. Al massimo ai brindisi finali. Una cosa è tuttavia sicura. Se fino a ieri Giorgia Meloni guidava i cacciatori che nella battuta inseguivano la volpe, ora le parti si sono invertite. È lei la volpe”.