L’intervento sull’ergastolo ostativo e il rinvio della riforma penale, ma anche lo stop all’obbligo di vaccino per il personale sanitario, la linea – durissima – sui rave party e la composizione finale dell’esecutivo con la scelta di viceministri e sottosegretari. Il governo Meloni affronta il suo primo vero Consiglio dei ministri approvando una serie di misure su diversi fronti. La speranza, ha spiegato ieri la premier, è ora che “nel prossimo Cdm ci siano le prime misure anche sull’energia”. In attesa della prossima riunione tra ministri, la data dovrebbe essere quella del 4 novembre, queste le prime misure adottate dall’esecutivo.
“Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del ministro della Giustizia Carlo Nordio, un decreto legge con due interventi in materia di ordinamento penitenziario e di riforma del processo penale”. Il ministero della Giustizia dà così conto, in una nota, del provvedimento che ha avuto il via libera dal Cdm, che riguarda l’ergastolo ostativo e il rinvio dell’entrata in vigore della riforma del processo penale.
Il primo punto, ricorda via Arenula, “mira ad assicurare, entro il termine dell’8 novembre indicato dalla Corte costituzionale al Parlamento, una risposta al monito contenuto nell’ordinanza n.97 del 2021, riguardante il divieto di benefìci penitenziari a detenuti per gravi reati che non collaborino con la giustizia. Il testo indica requisiti stringenti per recepire i rilievi dei giudici della Consulta e allo stesso tempo impedire che siano ammessi a misure premiali soggetti che possano avere ancora collegamenti con il contesto criminale di provenienza. Il decreto – sottolinea il ministero – tiene ampiamente conto della proposta di legge relativa all’articolo 4bis dell’ordinamento penitenziario, già approvata dalla Camera dei deputati nella scorsa legislatura e si concentra soprattutto sui presupposti per la concessione di tali benefici: per il condannato per i reati cosiddetti ostativi, non basterà la sola buona condotta carceraria o la partecipazione al trattamento, ma si introducono elementi specifici che consentano di escludere l’attualità di collegamenti con la criminalità organizzata o il rischio di ripristino di tali contatti”.
“Nessun automatismo, dunque, nel meccanismo di concessione dei benefici penitenziari, secondo le indicazioni della Corte costituzionale, assicura ma sono altresì assicurate le garanzie di sicurezza attraverso un procedimento rafforzato di valutazione delle richieste, che prevede anche l’obbligo da parte del giudice di sorveglianza di acquisire plurimi pareri, compreso quello del Procuratore nazionale antimafia ed antiterrorismo. E ancora – si spiega – il testo introduce modifiche in tema di concessione della liberazione condizionale (la richiesta potrà essere presentata dopo aver scontato 30 anni di pena) e prevede una norma transitoria per detenuti che abbiano commesso reati prima dell’entrata in vigore della riforma”.
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Il secondo punto del decreto legge riguarda la riforma del processo penale e del sistema sanzionatorio. “A fronte di preoccupazioni prospettate da operatori del sistema giudiziario sull’impatto delle nuove norme, si stabilisce, nel pieno rispetto della cornice del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il rinvio dell’entrata in vigore del decreto legislativo n.150/2022 per un tempo non superiore a due mesi”, si legge nella nota del ministero.
Il differimento, viene chiarito, “permetterà di poter perfezionare misure organizzative già avviate e adeguati supporti tecnologici, per garantire agli uffici giudiziari le migliori condizioni per una piena, tempestiva ed efficace applicazione della riforma già approvata, nonché di valutare l’adozione di ulteriori norme transitorie. A tal fine, è stata già istituita presso il ministero della Giustizia una specifica task force, composta dai vertici di tutti i dipartimenti del ministero della Giustizia coinvolti”.
“Il decreto legislativo riguardante il processo penale e il sistema sanzionatorio costituisce una milestone del Pnrr – conclude la nota – e dovrà entrare in vigore entro e non oltre il 30 dicembre 2022, per garantire il rispetto delle scadenze e degli impegni presi con l’Europa”.
Via libera del Consiglio dei ministri al dl che contiene anche misure sugli obblighi vaccinali anti Covid. Il testo, si legge nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi, “modifica le disposizioni vigenti in materia di obbligo vaccinale, in considerazione del mutato quadro epidemiologico”. In particolare, ”si anticipa dal 31 dicembre al 1° novembre 2022 la scadenza dell’obbligo vaccinale per il personale esercente le professioni sanitarie, per i lavoratori impiegati in strutture residenziali, socio-assistenziali e socio-sanitarie e per il personale delle strutture che effettuano attività sanitarie e sociosanitarie”.
Inoltre, “con specifico riguardo alla categoria degli esercenti le professioni sanitarie, si elimina la misura della sospensione dall’esercizio della professione, al fine di contrastare la grave carenza di personale sanitario che si registra sul territorio”.
Sarà prorogato, invece, l’obbligo di mascherine in ospedali, Rsa e ambulatori, secondo l’ordinanza che è stata firmata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, fino al 31 dicembre di quest’anno.
Con un decreto legge il Cdm ha modificato “le norme relative all’invasione di terreni o edifici, pubblici o privati, con la previsione della reclusione da 3 a 6 anni e della multa da 1.000 a 10.000 euro. Se il fatto è commesso da più di 50 persone allo scopo di organizzare un raduno dal quale possa derivare un pericolo per l’ordine pubblico o la pubblica incolumità o la salute pubblica. Nel caso di condanna o applicazione della pena su richiesta delle parti, si prevede la confisca delle cose utilizzate per commettere il reato”, quanto si legge nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi.
Il Consiglio dei Ministri ha nominato trentanove Sottosegretari, nel rispetto dei limiti previsti dalla legislazione vigente. Dei nuovi Sottosegretari, otto assumeranno le funzioni di Viceministro, con deleghe che saranno successivamente loro attribuite a norma dell’articolo 10, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400.
Fratelli d’Italia, principale partito della maggioranza, ottiene 18 posti tra viceministri e sottosegretari (7 donne e 11 uomini). Alla Lega vanno 11 posti (3 donne e 8 uomini), a Forza Italia 8 (3 donne e 5 uomini). Su un totale di 39 nomi, sono 13 donne.