(Adnkronos) – Per misurare quanto le pubbliche amministrazioni stiano effettivamente puntando sul digitale è utile anche guardare al numero dei Responsabili per la Transizione al Digitale (RTD). Al 30 settembre 2022 ne erano stati nominati 9.971, contro i 7.899 dell’ottobre 2021. Lo rileva il rapporto elaborato da Csel per l’Adnkronos nel quale esamina alcuni indicatori utili per misurare lo stato di avanzamento di alcuni dei principali servizi digitali.
Questa figura professionale è deputata a garantire operativamente la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione, coordinandola nello sviluppo dei servizi pubblici digitali e nell’adozione di modelli di relazione trasparenti e aperti con i cittadini. In attuazione dell’art. 17 del Codice dell’Amministrazione digitale ogni P.A. avrebbe dovuto già da anni di un ufficio per la transizione alla modalità digitale – il cui responsabile è il RTD – a cui competono le attività e i processi organizzativi ad essa collegati e necessari alla realizzazione di un’amministrazione digitale e all’erogazione di servizi fruibili, utili e di qualità. Sebbene ci siano stati importanti progressi nell’arco dell’ultimo anno, gli enti che hanno accumulato i ritardi più importanti in questo senso sono i comuni, fermi ancora a quota 6.295 (79,6%). Due comuni su 10 (1.609) sono quindi ancora inadempienti e non hanno ancora provveduto a nominare questa figura chiave. Un anno fa, gli enti non in regola erano oltre il doppio: 3.109.